Porteranno dal Papa un nuovo progetto per salvare la vita alle partorienti in Sierra Leone. Gli operatori di Medici con l’Africa-Cuamm, ong che opera da oltre 50 anni in Africa, domani incontreranno Francesco in udienza speciale.
Porteranno dal Papa il Paese con la più alta mortalità materna al mondo, dove un parto sicuro è ancora una sfida lontana dall’essere vinta. Gli operatori di Medici con l’Africa Cuamm saranno ricevuti domani in udienza speciale in Vaticano e a “Mondo e Missione” anticipano il progetto che porteranno all’attenzione di Papa Francesco.
In Sierra Leone il più grande ospedale per la maternità ha un solo ginecologo. Un dato che fa rendere immediatamente conto della disastrosa situazione sanitaria del Paese, peggiorata ulteriormente negli ultimi due anni a causa dell’epidemia di ebola, costata la vita a 214 operatori sanitari, medici e infermieri caduti nella lotta al virus, in un Paese che già ne aveva pochissimi.
È in questo contesto che andrà a inserirsi il lavoro di Medici con l’Africa, che non ha mai abbandonato la Sierra Leone restando a combattere l’ebola. «Visti i buoni risultati conseguiti nell’ospedale di Pujehun, nel sud del paese, il governo ci ha chiesto di collaborare alla gestione della più grande grande maternità del paese, il Princess Christian Maternity Hospital di Freetown» spiega il direttore don Dante Carraro. Una nuova sfida per un’Ong che da sempre pone al centro del suo intervento le fasce più deboli della popolazione, le mamme e i bambini.
Con i suoi 150 letti, il Princess Christian Maternity Hospital, serve territorio che ha un bacino di 1 milione di utenti, con circa 6000 parti all’anno di cui 1.800 complicati. «Abbiamo inviato due ginecologi con lunga esperienza in Africa ai quali, a breve, si aggiungeranno un ginecologo junior e un tecnico manutentore per costituire un team di supporto alla gestione dell’ospedale» afferma don Dante. «Il progetto prevede anche la riabilitazione delle strutture, l’equipaggiamento tecnico e la formazione del personale locale con una scuola per ostetriche». Medici con l’Africa ha accettato la proposta del governo sierraleonese iniziando il progetto con fondi privati: «Siamo partiti senza un finanziamento ad hoc per questo progetto, grazie solo alle donazioni di chi ci sostiene» spiega don Dante, «lo abbiamo fatto anche per don Luigi Mazzucato, il nostro fondatore scomparso quest’anno. Quando nel 2015 il ministro della sanità ci fece questa proposta lui non esitò a dire di sì. Ci disse che si trattava un Paese in mezzo a un disastro sanitario che voleva ripartire, e che non si poteva rifiutare».
A Papa Francesco Medici con l’Africa porterà la propria sfida: garantire un parto sicuro alle donne che danno la vita e salvare i bambini dalle complicazioni della nascita. «Abbiamo pensato a questo progetto pensando all’invito che il Papa ci ha fatto, quello di andare nelle periferie geografiche del pianeta» dice don Dante. «La Sierra Leone è uno di Paesi più dimenticati, che non interessa a nessuno».
Il mandato di Medici con l’Africa è “Andate e curate gli infermi”. Una delle opere di misericordia.