Anche nell’Estremo Nord del Camerun, le piogge torrenziali hanno provocato gravi devastazioni, soprattutto nella zona di Yagoua, dove operano i missionari del Pime. Circa 200 mila persone sono state direttamente colpite da questo disastro. Servono cibo, kit igienico-sanitari e farmaci. Fondazione Pime apre un Fondo Emergenze per aiutare le vittime di questa tragedia. Senza dimenticare il Myanmar…
Dopo il Myanmar, piogge copiose e devastanti si sono abbattute in queste settimane anche nella regione dell’Estremo Nord del Camerun provocando morte e distruzione e costringendo centinaia di migliaia di persone ad abbandonare le proprie case. Sono, infatti, quasi 45 mila le abitazioni distrutte. Non solo però: circa 10 mila ettari di campi coltivati sono stati allagati, senza contare le decine di scuole, centri sanitari e infrastrutture danneggiate. Anche il “grand pont” di Yagoua è crollato. Era l’unico del centro cittadino e così oggi la città è divisa in due. Circa 200 mila persone sono state direttamente colpite da questo disastro.
«Governo e Croce Rossa – testimonia Lorenzo Dilena dell’Associazione Laici Pime (Alp) che è presente sul posto – stanno intervenendo per recensire vittime e danni e fornire i beni di prima necessità come tende, cibo e kit sanitari, ma ciò che preoccupa di più è la perdita dei raccolti attesi in ottobre. Una grande carestia si annuncia, con effetti devastanti. Senza contare l’esplosione di malattie come malaria, tifo e in genere di malattie connesse alle condizioni igienico-sanitarie disastrose, anche a causa della contaminazione di molti pozzi».
Per far fronte alla catastrofe attuale e a quella che si prospetta nei prossimi mesi, anche la Chiesa locale si sta mobilitando e la Fondazione Pime darà il suo contributo, anche grazie all’aiuto dei benefattori che possono mandare le loro donazioni al Fondo Emergenze.
«Vorremmo provvedere all’acquisto di cereali, kit igienico-sanitari e farmaci – continua Dilena – appoggiandoci alla rete parrocchiale e sanitaria della Caritas diocesana di Yagoua per la distribuzione. Purtroppo, il venir meno dei raccolti farà esplodere il costo del miglio che è l’alimento base di ogni famiglia. Ci aspettiamo che possa salire attorno ai 45 euro, un presso proibitivo per molti».
«Le inondazioni che hanno colpito la regione – sottolinea anche René Fouka Bouba, coordinatore della Caritas di Yagoua – avranno conseguenze devastanti sulle comunità locali, esacerbando le vulnerabilità esistenti e creando nuove sfide per i residenti. La strada verso la ripresa è lunga e ardua. È imperativo rafforzare le infrastrutture di prevenzione e gestione delle catastrofi per ridurre al minimo gli impatti futuri di tali calamità. Inoltre, occorre prestare particolare attenzione al ripristino dei mezzi di sussistenza, alla ricostruzione delle case e alla riattivazione dei servizi essenziali per garantire un ritorno sostenibile alla normalità».
Le piogge torrenziali hanno creato simili situazioni anche in Nigeria, Ciad, Mali e Niger. Secondo l’Ufficio di coordinamento delle nazioni unite per gli affari umanitari (Ocha), sono 2,3 milioni le persone colpite in Africa occidentale e centrale. In tutto, si contano oltre 1 milione e mezzo di sfollati e quasi 500 morti. L’impatto che le precipitazioni hanno avuto sull’agricoltura è senza precedenti, ed è necessario intervenire subito per far fronte alla scarsità di cibo e alla diffusione delle malattie.
EMERGENZA MYANMAR