In Bangladesh e in Costa d’Avorio due progetti realizzati grazie ai fondi del 5 per mille favoriscono l’istruzione e la scolarizzazione di chi è più svantaggiato, con un’attenzione alle minoranze
«Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile. Il livello base di alfabetizzazione è migliorato in maniera significativa, ma è necessario raddoppiare gli sforzi per ottenere risultati ancora migliori verso il raggiungimento degli obiettivi per l’istruzione universale».
Questo monito è contenuto in uno degli obiettivi previsti dall’Agenda per lo sviluppo sostenibile del Millennio, programma d’azione delle Nazioni Unite da realizzare entro il 2030. Ne parliamo in queste pagine perché il tema dell’istruzione universale è sempre stato di grande interesse per i missionari del Pime, che da anni si impegnano, anche attraverso i progetti sostenuti dalla Fondazione Pime Onlus, per far sì che, almeno nei Paesi in cui sono presenti, ci sia una scuola accessibile a tutti. Khidirpur è un sottocentro della missione di Mariampur, Nordest del Bangladesh. La zona è abitata sia da bangladesi (in prevalenza musulmani) che da popolazioni tribali di etnia santal, orao e mahali. È soprattutto a favore di queste ultime che si rivolge il lavoro dei missionari. Le popolazioni tribali sono una minoranza nel Paese e, come tutte le minoranze, poco salvaguardate e sostenute: solo raramente ci sono progetti governativi per il loro sviluppo sociale ed economico.
Il sottocentro di Khidirpur è inserito in un contesto rurale dove la maggior parte delle famiglie vive dei due raccolti di riso annuali. Una delle attività gestite dalla parrocchia è la scuola elementare, dalla prima alla quinta. Con spazi e strutture, fino allo scorso anno, molto limitati. Erano disponibili solo due stanze della vecchia canonica, adattate ad aule. Per le altre classi, le lezioni si svolgevano nella veranda.
Colpito da questa situazione, padre Almir Magno, giovane missionario brasiliano del Pime, sostenuto da monsignor Sebastian Tudu, primo vescovo tribale di Dinajpur, ha chiesto il sostegno della Fondazione Pime Onlus e, grazie ai fondi del 5 per mille, è riuscito a realizzare una nuova scuola primaria, dedicata a san Carlo Borromeo. La nuova struttura, inaugurata lo scorso gennaio, ha cinque aule al pianterreno, con una capienza di 24 alunni ciascuna, e servizi igienici esterni. Al piano superiore c’è un grande salone attrezzato per le riunioni e l’accoglienza di gruppi numerosi.
«Il nuovo anno scolastico è iniziato in gennaio e, a quanto mi dicono gli insegnanti, c’è un grande entusiasmo fra i bambini» racconta padre Almir dalla sua nuova missione di Mohespur, dove opera da qualche mese. «Sento regolarmente il direttore della scuola e il nuovo responsabile, don Ovidio Lakra, sacerdote locale, e mi hanno detto che stanno addirittura preparando le divise scolastiche per rendere onore alla bellezza della loro nuova scuola! Il giorno dell’inaugurazione ero là con loro e tutti i piccoli allievi, felicissimi, mi hanno espresso la loro gratitudine verso i benefattori». Nelle ore non scolastiche, la sede del nuovo edificio è utilizzata per varie attività sociali: il doposcuola, le riunioni del gruppo di microcredito, gli incontri dei catechisti e di alcune ong locali.
Dall’Asia all’Africa: in due continenti diversi si incontrano situazioni simili. Nel cuore della Costa d’Avorio, Ananda è una sottoprefettura nel dipartimento di Ouelle, dove la quasi totalità della popolazione è costituita dal gruppo etnico baulé. Ouassadougou invece è una località che appartiene alla sottoprefettura di Bonguera abitata dal gruppo etnico n’guen. A vantaggio delle due comunità, grazie ai fondi del 5 per mille donati alla Fondazione Pime Onlus, è stato possibile realizzare una piccola biblioteca: un luogo aperto a tutti in cui sia possibile accedere a strumenti didattici, cartacei e digitali come libri, cd-rom, software didattici e Internet.
La zona di Ananda è prevalentemente agricola anche se la terra è poco fertile e la gente percorre lunghe distanze per raggiungere i campi. Ci sono tre scuole elementari che contano circa 800 alunni. Purtroppo solo una scuola offre spazi adeguati con aule in muratura, mentre le altre hanno strutture fatiscenti e inadeguate, disagevoli soprattutto quando piove. Non ci sono altri istituti di formazione e di supporto alla cultura e all’istruzione.
A Ouassadougou c’è una sola scuola elementare con circa 550 bambini, in media 90 per classe e, purtroppo, nessun centro sanitario. La quasi totalità della popolazione è contadina e il lavoro dei campi occupa tutta la giornata. Ma si riesce a produrre solo il necessario per vivere. Attraverso il progetto della biblioteca, seguito da due missionari del Pime, Dorielson Drago e Graziano Michielan, si è potuto quindi offrire un sostegno a chi ha già accesso all’istruzione, ma soprattutto a coloro che per varie ragioni ne sono esclusi. Piccole sale già esistenti sono state attrezzate con tavoli, sedie, armadi, libri e computer, e si sono potuti avviare anche corsi di formazione per giovani, che hanno riscosso interesse e partecipazione