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Icona decorativa, Icona decorativa24 Febbraio 2025 Fabio Mussi

La resilienza delle profughe sudanesi

Nei campi rifugiati del Ciad, un progetto promosso dal vicariato e dalla Caritas di Mongo ha permesso a gruppi di donne sudanesi in fuga dal Darfur di produrre ortaggi per le loro famiglie e da vendere al mercato. In questi giorni si vedono i primi frutti, come ci racconta fratel Fabio Mussi, missionario del Pime e coordinatore del progetto

Lo scoppio della guerra fratricida in Sudan nell’aprile 2023 ha costretto migliaia di sudanesi a lasciare il loro Paese per rifugiarsi nell’est del Ciad. Il vicariato apostolico di Mongo, attraverso la Caritas diocesana, ha continuato a contribuire alla risposta umanitaria coordinata dalle agenzie dell’ONU. Un primo intervento di emergenza a favore di oltre 3.500 famiglie ha permesso di distribuire cibo e kit domestici, la costruzione di latrine comunitarie e l’installazione di lampioni solari nei campi di Farchana e Metché, grazie al supporto della rete Caritas Internationalis e di altre organizzazioni umanitarie dell’area ecclesiale.

Nel gennaio 2024, il vicariato e la Caritas hanno avviato la prima fase di un progetto di resilienza in particolare a favore delle donne. Questa fase è iniziata con un intervento nel campo di Metché (Adré) con l’iniziativa intitolata “Il coraggio delle donne di fronte alla crisi umanitaria in sudan”.

Nel dicembre 2024 è iniziata la Fase 2 che mira a sostenere nuovi gruppi di donne, rifugiate e autoctone, che si sono rivolte alla Caritas di Mongo per migliorare le loro attività di autosostentamento.

E così, mentre continua l’intervento di emergenza, è stato avviato un processo di riflessione e ricerca per lanciare iniziative di accompagnamento dei rifugiati affinché possano farsi carico di se stessi anche in una prospettiva futura.

Questo progetto mira a offrire alle famiglie nuove opportunità economiche ed ecologiche. Le prime riguardano la produzione di ortaggi per il consumo e la vendita nelle zone adiacenti ai campi di rifugiati di Metché e Farchana e in diversi villaggi della regione.

Dal punto di vista ecologico e della protezione ambientale, sono previste azioni di formazione e sensibilizzazione per la conservazione delle risorse naturali e per ridurre la pressione sul poco di bosco che è rimasto dove viene raccolta la legna da ardere. Inoltre, si prevede di avviare un vivaio per la produzione di 5.000 piante forestali e da frutto, da distribuire alla popolazione rifugiata e locale.

L’obiettivo è migliorare la capacità delle famiglie di preservare l’ambiente utilizzando tecniche di base ed evitando gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Ogni famiglia rifugiata nel campo e nei quattro villaggi adiacenti pianterà alberi per compensare e ridurre il consumo di legna da ardere, contribuendo così a rafforzare la copertura vegetale e a ridurre la fatica delle donne nella ricerca arbusti per la cucina familiare.

Con l’inizio dell’anno 2025, le orticultrici hanno potuto raccogliere quanto avevano seminato qualche mese prima, ottenendo un prodotto molto promettente sia in qualità che quantità. La produzione di pomodori è stata talmente abbondante che il mercato locale non ha potuto assorbire completamente. Le donne produttrici hanno quindi organizzato l’essicazione dei pomodori in modo che si possano conservare per i periodi di magra.

Oltre al risultato positivo dell’abbondante produzione, è una grande soddisfazione anche prendere atto delle iniziative autonome di queste donne che stanno diventando sempre più autonome e indipendenti. Infatti, in numerosi casi, gli impatti negativi di queste crisi umanitarie sono più importanti per le donne e le ragazze, mettendole in una posizione di forte vulnerabilità. Di conseguenza, i loro mezzi di sussistenza, i loro beni e la loro salute diventano precarie, diminuendo anche il loro accesso alle opportunità di sviluppo e le possibilità di miglioramento della qualità di vita.

Le esperienze che il vicariato e la Caritas di Mongo stanno portando dimostrano che quando il sostegno esterno è promosso da un approccio di solidarietà e condivisione i risultati fanno ben sperare in un futuro di speranza e dignità ritrovata. È un passo avanti non indifferente che contiamo di continuare con l’aiuto di tutti e di Dio.

Per sostenere il lavoro di fratel Mussi, del vicariato e della Caritas di Mongo, Fondazione Pime ha attivato un apposita campoagna di raccolta fondi: Emergenza profughi Sudan. Scopri qui come aiutare

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