In Campania, la regione del Sud Italia con il maggior numero di stranieri residenti, al via Burkinabell, un progetto per favorire l’integrazione tra cittadini napoletani e gli oltre duemila burkinabé che vivono nella provincia partenopea. Fino al dicembre 2016 iniziative artistiche e culturali per conoscersi reciprocamente e azzerare i pregiudizi.
Le donne potranno cimentarsi con la cucina, sotto la guida di Lalle Goumbane, sperimentando nuove ricette, in un mix di gusti e sapori partenopei e del continente africano. Chi ha maggiore propensione per un’altra arte, diversa da quella culinaria, potrà dedicarsi invece ai laboratori di danza e musica con Adolphe Nikiema, oppure potrà conoscere da vicino il batik, con Salam Taringuetin, ovvero la tecnica usata per colorare i tessuti, mediante la copertura delle zone che non si vogliono tinte tramite cera o altri materiali impermeabilizzanti.
Semplici iniziative per trascorrere insieme il tempo libero, conoscersi meglio, buttare giù le barriere del pregiudizio e della diffidenza. Con lo scopo di sviluppare la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione tra cittadini campani e immigrati africani, Napoli incontra il Burkina Faso grazie al progetto Burkinabell. Si tratta di un percorso finanziato da Fondazioni for Africa e nato dalla collaborazione di tre associazioni, Song Taaba Adesib, Associazione Donne Burkinabé della Regione Campania e l’Associazione ABUN – Associazione dei Burkinabé Uniti di Napoli. Partecipano inoltre alcune importanti realtà locali campane: Less Impresa sociale Onlus, Liberetà di Napoli, la Cooperativa Project Ahead e Tecla associazione culturale. Obiettivo del progetto, partito ad aprile e che andrà avanti fino a dicembre 2016, è divulgare la cultura Burkinabè, promuovendo integrazione presso i cittadini di Napoli e della provincia. Tra le attività previste (giugno-luglio prossimi) anche una rassegna del cinema Burkinabè, da svolgersi sia presso diversi quartieri di Napoli sia nei comuni della provincia con più alta presenza di migranti provenienti dal Burkina Faso: Afragola, Quarto, Pianura e Napoli.
La Campania infatti si posiziona al primo posto tra le regioni italiane meridionali per numero di residenti stranieri. Disaggregando i dati disponibili, emerge che il Comune di Napoli accoglie il 23% degli immigrati residenti in Campania. Tra i migranti di origine africana, la presenza di cittadini provenienti dal Burkina Faso è diventata sempre più significativa nel corso degli ultimi 20 anni, concentrandosi soprattutto nelle città di Napoli e Caserta e nelle loro rispettive province. Per questo motivo nasce Burkinabell, che prevede la realizzazione di laboratori di danza e musica, di batik, di cucina che si svolgeranno nelle aule di Liberetà di Napoli,a Montecalvario, in via Portacarresse, zona Quartieri Spagnoli, con il fine di promuovere la cultura burkinabè e incentivare il dialogo interculturale, potenziare il processo di integrazione a partire dalla condivisione e dallo sviluppo di competenze artistiche con il coinvolgimento attivo di giovani italiani e migranti provenienti dal Burkina Faso.
Da settembre, poi, le esperienze maturate dalle comunità burkinabè di Napoli e provincia confluiranno in attività di studio e laboratori di progettazione. Questo intervento mira ad incentivare le capacità dei destinatari supportandoli nell’elaborazione di progetti e nella promozione delle buone prassi anche nei Paesi di origine. A tal proposito, Larba Stanislas Bambara, presidente dell’associazione Song-Taaba Adesib, punto di riferimento a Pianura per i cittadini burkinabè, nata nel 2009 con lo scopo di migliorare le condizioni di vita dei cittadini del Burkina Faso immigrati in Campania e che oggi conta oltre 144 soci, spiega a Mondo e Missione: “Per questa seconda fase del progetto abbiamo già diverse richieste da parte di burkinabè che vogliono capire come si scrive un progetto e quali sono le tecniche per realizzarlo. Il nostro fine ultimo, d’altra parte, è proprio quello di fornire gli strumenti necessari per la progettazione. Molti immigrati vogliono capire come aprire una piccola azienda e mettersi in proprio, altri immaginano il proprio futuro nuovamente in Africa e sognano di tornare in Burkina Faso con le competenze necessarie per dar vita ad esempio a cooperative agricole o ad iniziative di import – export tra il paese africano e l’Italia”.
Continua Larba Stanislas Bambara: “Sono oltre duemila i cittadini burkinabè in Campania, dediti a lavori agricoli e nel settore dell’edilizia. La popolazione in parte è cattolica e in parte è musulmana. Si tratta di una comunità in prevalenza giovane, con donne, bambini e interi nuclei familiari concentrati soprattutto a Quarto e ad Afragola. In Campania siamo accolti bene ma è necessario comunque promuovere una conoscenza più profonda, basata sul dialogo, sullo scambio di competenze e abitudini, su una rinnovata amicizia tra la comunità burkinabè e quella campana. E’ importante lavorare per aumentare le occasioni di incontro, di discussione: l’integrazione passa attraverso la conoscenza reciproca, il dialogo costruttivo, l’azzeramento di pregiudizi e diffidenza. Quando si riesce a realizzare tutto ciò ci sono benefici sia per la comunità che ospita gli immigrati sia per il paese d’origine. Il senso del progetto Burkinabell è proprio questo: tendere la mano ai cittadini napoletani e svelare un po’ del nostro mondo e insegnare ai nostri giovani, ormai pienamente inseriti e a tutti gli effetti ‘napoletani’ nei gusti culinari e calcistici, ad amare e rispettare il paese che li ha accolti e a non dimenticare le proprie radici”.