La capitale dello stato di Borno, nel Nord-est della Nigeria, è in ginocchio a causa della gravissime inondazioni, che hanno interessati più di 1 milione di abitanti. La diocesi ha lanciato un appello per un intervento a favore delle vittime
L’alluvione è stata causata dall’esondazione della diga di Alau, sul fiume Ngadda, dovuta alle ingenti precipitazioni. Quasi la metà di Maiduguri è stata sommersa, e numerosi edifici sono stati danneggiati. Non è inusuale che si verifichino alluvioni nel nord-est della Nigeria, ma quella di queste settimane è considerata la peggiore degli ultimi 30 anni. La diga Alau era esondata nel 1994, e poi ancora nel 2012, provocando, anche in quell’occasione, più di 300 morti.
Migliaia di persone sono rimaste intrappolate nelle abitazioni, e per uscire devono necessariamente servirsi di canoe, non facilmente reperibili o disponibili. Molti altri residenti si trovavano già nei campi di rifugiati a causa delle violenze di Boko Haram, e questo li ha resi ancora più vulnerabili: mancano cibo e acqua pulita e le malattie si diffondono con velocità. A causa della mancanza di spazi sufficienti ad accogliere i residenti sfollati, molti hanno trovato rifugio nelle chiese, nelle moschee e nelle scuole.
Gli ospedali e i centri sanitari, che già si trovavano allo stremo a causa della crisi umanitaria in corso, sono a loro volta in difficoltà. Lo University of Maiduguri Teaching Hospital, l’ospedale più grande della Nigeria nordorientale, ha subito gravi conseguenze in seguito all’esondazione, e può operare solo limitatamente. Lunghissimi sono i tempi di attesa per gli sfollati dell’alluvione. Molti hanno espresso la loro frustrazione e preoccupazione per i lunghi giorni di attesa di una visita.
Secondo il World Food Programme, l’emergenza alimentare colpisce già più di 4 milioni di persone nella Nigeria nordorientale, sia a causa dei conflitti che si sono susseguiti nella regione, sia a causa delle periodiche alluvioni che colpiscono anche le zone rurali, ponendo in condizioni di insicurezza alimentare soprattutto donne e bambini.
Le inondazioni hanno danneggiato anche lo Zoo Sanda Kyarimi, da cui sono fuggiti anche animali pericolosi. Non solo. Circa 270 detenuti sono fuggiti dalla prigione di Maiduguri mentre era in corso un trasferimento in un’altra struttura più sicura.
Anche molte parrocchie sono state allagate, e si contano almeno 20 fedeli colpiti dall’alluvione. La diocesi di Maiduguri ha condiviso un appello con il quale invita alla preghiera e chiede un aiuto economico: «Possa Dio onnipotente aiutarci a superare questa catastrofe e alleviare tutte le nostre sofferenze. Chiediamo preghiere speciali per le famiglie e tutti coloro che sono stati colpiti dall’alluvione perché Dio dia loro forza e consolazione. Chiediamo anche un sostegno finanziario per consentire alla Diocesi di sostenere le vittime dell’alluvione. Le necessità più urgenti sono cibo, assistenza medica/igienica e un riparo temporaneo».
Le piogge torrenziali hanno creato simili situazioni anche in Camerun, Ciad, Mali e Niger. Secondo l’Ufficio di coordinamento delle Nazioni Unite per affari umanitari (Ocha), sono 2,3 milioni le persone colpite in Africa occidentale e centrale. In tutto, si contano oltre 1 milione e mezzo di sfollati e quasi 500 morti. L’impatto che le precipitazioni hanno avuto sull’agricoltura è senza precedenti, ed è necessario intervenire subito per far fronte alla scarsità di cibo e alla diffusione delle malattie.