Padre Daniele Criscione, missionario del Pime che ha accompagnato tanti giovani in partenza per la missione con i cammini del Pime, sulla storia e le tante parole in libertà intorno a Silvia Romano, la giovane cooperante milanese rapita in Kenya
«Era il 2003 quando partii per lo Zambia, poi Guinea Bissau, Kenia etc… la mia casa divenne il mondo e il mondo la mia casa…
Dieci anni dopo ero prete missionario al Centro Pime di Milano e mi ritrovai ad accompagnare centinaia di giovani a partire per la missione…
Quanta vita, quanta ricchezza, quanti sogni, speranze, desideri… quanta bellezza!
Sì, perché i nostri giovani son belli. E la missione li rende ancora più belli!
E la missione mi ha permesso di incontrarli, di ascoltarli, di custodirli nella preghiera…
E sì, perché la missione ha i suoi rischi…
Ma io direi di più, la vita ha i suoi rischi!
Quanta trepidazione finché l’ultimo non fosse rientrato a casa…
E poi la gioia di ricominciare, di rileggersi per ripartire!
E vedere il loro sguardo cambiato, per sempre… vedere le loro vite sbocciare…
Io non conosco Silvia…
Ma la sua storia mi appartiene..
Io so perché é partita…
E anche i miei giovani lo sanno…
E in lei vedo ancora viva la speranza per il nostro Paese…
E non posso che accompagnarla con la preghiera e trepidare finché non faccia ritorno…
Dai miei giovani ho imparato tanto… da Silvia sto imparando tanto…
E tu Signore illumina le menti dei rapitori, perché Silvia torni presto a casa,
Illumina il cuore di chi è ferito e sa solo giudicare…
E continua a donarci giovani capaci di sognare, di sperare, di partire. Amen»
Questa riflessione è tratta dal profilo Facebook di padre Daniele Criscione, missionario del Pime
Alle esperienze dei giovani in missione appena qualche settimana la Fesmi – la federazione delle riviste missionarie italiane – insieme a Missio giovani e al Suam ha dedicato questa indagine.