Si chiama Falz e ha rivisitato il video virale del collega statunitense Childish Gambino. Il suo ritratto della Nigeria è molto negativo e controverso, ma la sua denuncia della situazione è piaciuta ai più.
Il 5 maggio scorso il rapper americano Childish Gambino, alias Donald Glover, ha pubblicato su Youtube il video del suo nuovo singolo “This is America”. Entrambi, canzone e video, sono diventati virali nelle settimane seguenti e hanno fatto molto parlare di sé negli Stati Uniti sia per via dei contenuti (una denuncia della situazione degli afroamericani nell’America di Trump) sia per via delle immagini forti del videoclip. A distanza di venti giorni accade la cosa che non ti aspetti. La cover arriva dall’Africa: “This is Nigeria” riprende l’originale americano sia nella musica che nella regia del video, trasponendo il tutto nel Paese africano e facendo una denuncia per certi versi ancora più controversa.
Donald Glover è il trentaquattrenne regista, attore, sceneggiatore e cantante statunitense che in questo periodo è all’apice del suo successo, dopo aver vinto due Golden Globe e due Emmy Award per la sua serie tv “Atlanta”. Con lo pseudonimo di Childish Gambino ha anche già pubblicato tre album musicali. “This is America” è il suo ultimo singolo e, in maniera esplicita e con una vena di humor nero, denuncia (un’accusa che è anche un’auto-accusa) alcune situazioni che coinvolgono la comunità afroamericana, come la violenza, il traffico di droga e di armi, il razzismo e l’omologazione agli standard occidentali; ma anche la distrazione generata dai social media, che portano il pubblico a concentrarsi su mode e fatti passeggeri e a dimenticare in fretta i veri problemi e le questioni sociali più scottanti. Lo stile della canzone è quello della trap music: la melodia è ridotta al minimo, la sensazione è quella di una minaccia rappata su bassi graffianti. Questa rabbia scaturisce all’improvviso e continua ad alternarsi a una melodia allegra e vacanziera che richiama la musica africana.
Il video che ha fatto tanto parlare di sé, diretto dal regista Hiro Murai, rispecchia perfettamente la canzone. È una sequenza quasi ininterrotta che si svolge in un grande capannone industriale e che giustappone scene da commedia a tinte rosa a delle improvvise eruzioni di violenza. Glover, protagonista della scena, balla a torso nudo rievocando danze tribali e coreografie contemporanee, spostandosi tra sommosse, sparatorie, omicidi compiuti in diretta, ma anche tra cori gospel in casacca rosa e nera e adolescenti in divisa da studenti. Il continuo scontro tra la crudezza della violenza da un lato, e la felicità affettata dall’altro, genera un effetto straniante e ironico che sottolinea le contraddizioni di una comunità in bilico tra omologazione e identità da difendere, oggetto di attacchi razzisti ma a sua volta ricettacolo di criminalità. È una clip in cui Glover, come scrive il Rolling Stone, «inquadra il problema meglio di tanti colleghi e, soprattutto, colpisce quando meno te lo aspetti».
Mentre il video faceva il giro del mondo (più di duecento milioni di visualizzazioni, ad oggi) e il popolo del web si dilettava in parodie come “This is the Uk” e “This is Mexico”, la risposta più interessante viene, a sorpresa, dalla Nigeria. “This is Nigeria” è il frutto del lavoro del rapper nigeriano Falz, nome d’arte di Folarin Falana, già avvocato e figlio dell’attivista per i diritti umani Femi Falana. La rivisitazione africana della canzone non si discosta dall’originale: la musica è praticamente identica, l’idea alla base del video anche. Ma adesso l’ambientazione è chiaramente africana e il testo della canzone rispecchia i problemi di un Paese profondamente diverso dall’America.
Se in “This is America” Glover ballava con degli studenti in divisa, Falz lo fa con delle ragazze coperte dal velo integrale, richiamando il problema di Boko Haram, ancora attivo nel nord della Nigeria, e il rapimento di 110 ragazze avvenuto lo scorso febbraio. E se in “This is America” Glover fucilava un coro gospel, in quella che è stata vista come una rievocazione del massacro di Charleston del 2015, in “This is Nigeria” Falz mette in scena le toghe per denunciare i pastori che sfruttano sessualmente le fedeli. Un riferimento al caso di Tim Omotoso, predicatore televisivo arrestato nell’aprile 2017 per traffico e sfruttamento di persone.
Le strizzatine d’occhio all’attualità nigeriana si sprecano: dalle accuse ai giovani di essere pigri, fino alle frodi online che nascono proprio nel Paese africano. Nel video c’è tutto, basta conoscere la situazione per cogliere le frecciatine del rapper. Ma anche agli occhi del più distratto emergono i problemi più gravi: la dipendenza di migliaia di giovani dallo “sciroppo per la tosse”, un farmaco a base di codeina che è diventato una droga, tanto da spingere le autorità a interromperne la distribuzione; la violenza della polizia, che a volte arresta solo per chiedere un riscatto in cambio della liberazione; la mancanza dell’elettricità; i massacri tra i pastori di etnia Fulani e le comunità di contadini. E, sopra tutti, la corruzione, soprattutto quella dei politici «ladri e sciacalli e assassini che ancora contestano le elezioni». Di sottofondo, ripetuto ossessivamente, il ritornello: «Questa è la Nigeria. Tutti criminali».
Un ritratto a tinte fosche, molto fosche. Non sorprende, quindi, che molte delle reazioni alla canzone siano state negative. Ma con quasi tre milioni di visualizzazioni, non si può dire che il video non abbia riscosso un certo successo, e in generale le critiche si trovano d’accordo nel dire che l’affresco tracciato da Falz rispecchia la situazione reale. «È un Discorso sullo stato dell’Unione che arriva proprio pochi giorni prima del Giorno della Democrazia (la festa dell’indipendenza nigeriana, ndr)» ha detto il giornalista nigeriano Eromo Egbejule in un’intervista a NPR. Indipendentemente da come la si prenda, quel che è certo è che Falz ha usato la musica per denunciare i problemi del suo Paese e smuovere le coscienze. E questa è una mossa che non si smette mai di apprezzare.