Si chiama Scientific African ed è la prima rivista scientifica del continente. Il suo obiettivo è accendere i riflettori sulle ricerche degli scienziati africani, poco considerati dalle pubblicazioni occidentali, e favorire la collaborazione tra i laboratori e le istituzioni del continente
L’hanno presentata con orgoglio sfruttando l’occasione del Next Einstein Forum, la conferenza biennale dedicata alle scienze e alle tecnologie che quest’anno si è svolta a Kigali, in Ruanda, alla fine di marzo. La novità editoriale che si è guadagnata l’onore di salire su questo palcoscenico d’eccezione si chiama «Scientific African» ed è la prima rivista scientifica del continente che ha come obiettivo quello di far conoscere le ricerche svolte dagli scienziati africani.
La ricerca in Africa, infatti, si concentra su tematiche completamente diverse dagli ambiti di studio dei laboratori occidentali: per esempio, l’agricoltura è un settore considerato di punta nel continente africano e assolutamente ignorato dalla ricerca europea e americana. Al contrario, in Occidente è massiccia la ricerca sul cancro e praticamente inesistente quella sulle malattie tropicali oppure sugli effetti dei cambiamenti climatici sulle coltivazioni. Il risultato è che sulle riviste scientifiche internazionali – in maggioranza pubblicate proprio tra Unione europea e Stati Uniti – non compaiono quasi mai le scoperte degli studiosi africani e nemmeno i nomi dei ricercatori più in vista vengono indicizzati dagli organi di divulgazione della comunità scientifica globale.
Per questo la casa editrice Elsevier – una delle più importanti al mondo per il settore – ha lanciato «Scientific African» insieme all’African Institute for Mathematical Sciences e proprio al Next Einstein Forum. Nel presentare la nuova pubblicazione l’editrice ha anche provato a dare i numeri su questo fenomeno, svelando che nel periodo tra il 2012 e il 2016 meno del 2 per cento degli studi sui giornali specializzati internazionali veniva dall’Africa. Eppure negli stessi anni il numero di autori africani di ricerche scientifiche è aumentato del 43 per cento.
Aumentando il peso delle ricerche del continente a livello internazionale, «Scientific African» vuole invertire questa tendenza e diventare una sorta di trampolino di lancio per i ricercatori africani verso riviste più grandi e prestigiose. Con questo scopo, Elsevier ha messo a disposizione l’infrastruttura per pubblicare il magazine ma ha offerto anche corsi di formazione per bibliotecari scientifici e borse di studio per i ricercatori africani e per le donne a inizio carriera.
Inoltre «Scientific African» – il cui primo numero verrà pubblicato alla fine dell’estate – sarà una rivista ad accesso libero e basata sul peer review. Pubblicare uno studio costerà “appena” 200 dollari, circa la metà di quanto richiesto da riviste analoghe. Queste caratteristiche favoriranno le relazioni tra gli studiosi del continente e rafforzeranno la collaborazione tra ricercatori, istituzioni e Stati, altrimenti tagliati fuori dall’accesso alle pubblicazioni di qualità per la mancanza di fondi.
«I leader africani stanno iniziando a capire solo adesso l’importanza dei finanziamenti per ricerca e sviluppo – ha spiegato infatti il presidente dell’African Institute for Mathematical Sciences – ma la strada da percorrere è ancora lunga. Bisognerebbe ridurre la burocrazia, rendere più facile il movimento in Africa semplificando e rendendo più economici i visti ma anche adottando politiche che promuovono la collaborazione tra ricercatori».
Oggi la maggioranza degli scienziati sono obbligati, quando hanno i contatti giusti, a visitare i colleghi in altri continenti mentre – dice uno studio del professore sudafricano Nelius Boshoff – se le istituzioni africane aumentassero la cooperazione interna, i ricercatori godrebbero di una migliore reputazione all’estero e potrebbero inserirsi più facilmente nei dibattiti internazionali. Un sogno questo che «Scientific African» proverà a trasformare in realtà.