Una mostra al Museo Popoli e Culture, dall’8 maggio al 23 settembre, racconta l’impegno del Pime sul fronte della sicurezza alimentare in Africa
Cambiamenti climatici, instabilità politica, conflitti, emergenza umanitaria… La regione del Sahel, in Africa, conosce una crisi senza precedenti, aggravata dalle ripercussioni della guerra in Ucraina e della pandemia di Covid-19. Attualmente, circa 24 milioni di persone sono a rischio fame e più di 5 milioni sono state costrette a lasciare le loro case.
Per i missionari del Pime che operano nell’Estremo Nord del Camerun, in Ciad e nelle regioni settentrionali della Costa d’Avorio tutto questo fa parte della loro quotidianità. Ecco perché il Centro Pime di Milano ha deciso di promuovere quest’anno la Campagna di solidarietà “Non di solo pane” che ora sarà affiancata anche dalla mostra fotografica “Semi di cambiamento”.
L’esposizione, accompagnata da alcuni oggetti simbolici della vita quotidiana delle popolazioni di questi Paesi, è curata dal Museo Popoli e Culture, in collaborazione con la redazione di Mondo e Missione, l’Ufficio Aiuto Missioni e l’Associazione Laici Pime (Alp).
Le immagini raccontano le fatiche della gente in contesti dove l’accesso al cibo e all’acqua è spesso problematico, ma anche i tentativi di trovare le soluzioni migliori – sostenibili, ecologiche e a basso costo – per migliorare il livello di sicurezza alimentare in contesti molto poveri e fragili. Non si tratta, tuttavia, solo di far fronte alle emergenze o di realizzare pozzi, ma anche di adottare adeguate soluzioni agricole e potenziare i sistemi sanitari ed educativi, investendo soprattutto sulla promozione delle donne.
Un pannello, in particolare, è dedicato alla coltivazione della moringa che impegna i missionari, specialmente nel vicariato di Mongo, in Ciad: pianta dalle proprietà nutritive eccezionali, è particolarmente utilizzata per contrastare la malnutrizione infantile.
La mostra coinvolgerà anche bambini e ragazzi delle scuole che partecipano alle Giornate Solidali al Pime e che sono invitati a lasciare un messaggio in una grande calebasse, un tipo di zucca svuotata e utilizzata in Africa come contenitore: i visitatori potranno prendere i bigliettini che contengono una riflessione sul bisogno umano di avere, custodire e coltivare un nutrimento che sia non solo materiale.
Anche gli adulti, tuttavia, sono invitati a fare la loro parte, innanzitutto informandosi e prendendo coscienza che le azioni di ciascuno, legate all’utilizzo delle risorse, hanno un impatto molto più ampio rispetto al contesto in cui si vive. E, poi, chi lo desidera può sostenere uno dei progetti della Campagna “Non di solo pane” che permettono, attraverso i missionari del Pime sul campo, di far arrivare un gesto di vicinanza e solidarietà anche a chi vive molto lontano.