Anche la piccola Chiesa presente in Marocco, così come le Caritas locali e internazionali, si sono mobilitate per portare aiuto alle popolazioni drammaticamente colpite. «Di fronte a una simile tragedia, vogliamo esprimere compassione e prossimità a tutto il Paese e a tutte le famiglie in lutto», ha detto l’arcivescovo di Rabat, cardinale Cristóbal López Romero
«La vostra terra è la stessa terra in cui noi viviamo, gli eventi che vi riguardano, di gioia o di dolore, riguardano anche noi. Siamo sconvolti per questo catastrofico sisma che ha toccato così tante persone, famiglie e comunità in Marocco». Con un comunicato, ma anche con azioni concrete, la piccola comunità cristiana presente nel regno marocchino si è stretta attorno al popolo colpito dal devastante sisma dell’8 settembre nella zona di Marrakech. Attualmente, si stimano oltre 3.000 vittime e più di 5.500 feriti: 300 mila persone hanno perso tutto
Il cardinale Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat, ha firmato, insieme all’arcivescovo cattolico di Tangeri, al presidente della Chiesa evangelica, e ai rappresentanti delle Chiese ortodossa e anglicana, un documento in cui si esprime «compassione e prossimità a tutto il Paese e a tutte le famiglie marocchine che sono in lutto, che hanno feriti o che hanno perso le loro case e i loro beni. E anche se le nostre comunità cristiane sono state complessivamente risparmiate, teniamo molto a sollecitare la solidarietà di tutti per poter aiutare a ricostruire e a far fronte ai bisogni più urgenti riguardanti in particolare la sanità, l’educazione, le persone anziane, i malati e i bambini».
Solo le due chiese di Marrakech e Ouarzazate sono state danneggiate. A Marrakech, dove il cardinale Lopez si è recato il 10 settembre per celebrare una Messa in suffragio delle vittime del terremoto nella chiesa dei Santi Martiti, la Congregazione delle religiose del Sacro Cuore di Gesù e Maria ha aperto le porte della scuola La Saâdia agli sfollati: «Siamo fortunate a essere in un edificio solido, ma tutta la gente intorno è tutta scappata ed era molto spaventata – racconta la direttrice suor Géraldine Alezeau -. Per poterli accogliere abbiamo aperto il cortile della scuola e i saloni. Alcuni hanno trascorso la notte nei nostri locali per essere un po’ più al riparo».
«I bisogni sono enormi: cibo, vestiti, tende ed anche kit igienici e coperte per il freddo della notte. Vi sono interi villaggi distrutti», testimonia padre Oscar Arturo Padilla, direttore di Caritas Rabat, che ha visitato in particolare la cittadine di Amizmiz, che dista circa 50 chilometri da Marrakech, ed alcuni piccoli centri sulle montagne dell’area. E proprio qui, dove si trova un campo per sopravvissuti di oltre 20 mila persone, è arrivato martedì 12 settembre il primo convoglio di aiuti predisposto dalla Caritas. «Attraversare le vie di Amzmiz significa rendersi conto di quanto sia ferita la città. Ci sono tende lungo la strada e un movimento costante di persone. La disorganizzazione è percepibile ovunque», testimonia don Oscar. Altri convogli verranno inviati anche nei villaggi più remoti, in particolare quelli situati sull’Alto Atlante.
Anche la Caritas Internationalis e il Segretariato Generale di Caritas per il Medio Oriente e il Nord Africa si sono subito mobilitati per fornire supporto e sostegno economico: «Siamo profondamente vicini alle persone che hanno subito questo devastante terremoto. Sin dai primi momenti dopo il sisma, siamo stati in stretto contatto con i nostri colleghi di Caritas Marocco e ci stiamo muovendo rapidamente per fornire ciò di cui le persone hanno bisogno. Grazie a tutti coloro che sostengono il nostro lavoro. Non potremmo farlo senza di voi!», ha dichiarato Alistair Dutton, Segretario generale di Caritas Internationalis. Pure Caritas italiana è coinvolta nell’azione umanitaria, grazie anche allo stanziamento di 300 mila euro della Conferenza episcopale italiana (Cei) dai fondi dell’8X1000.
Papa Francesco, domenica all’Angelus, ha pregato per «il caro popolo del Marocco, colpito da un devastante terremoto, per i feriti, per coloro che hanno perso vita e per i loro familiari. Ringrazio i soccorritori e quanti si stanno adoperando per alleviare le sofferenze della gente. Siamo vicini al popolo del Marocco».
«Che Dio ci aiuti a trarre conseguenze positive da questo evento doloroso, trasformando il nostro cuore in un cuore misericordioso, solidale e tenero verso tutti i nostri fratelli e sorelle, quando si trovano in una situazione di sofferenza», ha affermato il cardinale Lopez e con lui tutti i leader religiosi cristiani presenti in Marocco.