ERMONDADE
La carità può essere aggressiva, se pensiamo solo a soddisfare il nostro desiderio di essere buoni invece di capire ciò che è veramente un bene per chi abbiamo di fronte.
In questo mese in cui celebriamo la Pasqua mi torna in mente una situazione vissuta tempo fa, che mi ha fatto capire come il modo in cui Gesù continua a risorgere nella nostra vita spesso non coincide con i nostri schemi, proprio come duemila anni fa.
Il Signore mi ha fatto conoscere una madre anziana e suo figlio diversamente abile, Armando, che vivevano in una baracca sul bordo di un fiume. Poiché questa donna ha perso tutti i figli a parte Armando, molti sono convinti che lei sia una specie di strega, una futisseru, e non osano aiutarla per paura o per indifferenza.
Quando li ho conosciuti, la sistemazione di madre e figlio era a dir poco precaria: dormivano su una stuoia, quando pioveva la baracca si allagava, mentre il pozzo per l’acqua potabile era lontano. Così, con il supporto di alcune persone in Brasile e in Italia, ci siamo mobilitati per acquistare un piccolo terreno e costruire una casetta per loro. Ma, con nostra grande sorpresa, la mamma di Armando ha rifiutato: l’unica cosa che voleva era che tagliassimo i rami degli alberi che rischiavano di cadere sulla sua piccola capanna di fango e che chiudessimo i buchi delle vecchie tegole di zinco che la coprivano. Abbiamo insistito in tutti i modi per farli uscire da quel posto, ma senza successo. Allora, con fatica siamo riusciti a convincerla a farci almeno ristrutturare la baracca: abbiamo cementato le pareti di fango e il pavimento, tagliato i rami degli alberi, sostituito tutte le tegole con altre nuove e murato la veranda. Alla fine lei era molto felice e ha esclamato: «Ora ho una casa come quelle dei bianchi!».
Questa vicenda in un primo momento mi ha fatto molto male, mi ha creato un disagio nel cuore. Io, con tutte le mie buone intenzioni, non riuscivo a capire come qualcuno potesse rifiutare una proposta che a mio avviso era la migliore. A poco a poco, però, mi sono reso conto che quella donna era veramente distaccata da tutto e non intendeva approfittarsi della situazione, l’unica cosa che voleva era portare avanti la vita semplice che aveva sempre condotto e prendersi cura di suo figlio senza essere di peso a nessuno. Ciò mi ha portato a riflettere sul fatto che la carità può essere aggressiva, se pensiamo solo a soddisfare il nostro desiderio di essere buoni invece di capire ciò che è veramente un bene per chi abbiamo di fronte.
Oggi, come al tempo di Gesù, continuiamo ancora come i discepoli a cercare di chiudere il Signore nei nostri schemi e nella nostra mentalità, mentre Lui smonta i nostri piani e spesso ci fa passare attraverso l’incomprensione della passione e della morte per poter gustare e capire la Resurrezione. Buona Pasqua!