Inondazioni, innalzamento dei prezzi dei prodotti alimentari e conflitti mettono in ginocchio la popolazione che vede aumentare le morti per fame. E nel campo profughi di Otash, nel Darfur meridionale, il cibo scarseggia
In Sudan la crisi alimentare si sta aggravando sempre più. In particolare, nel campo profughi di Otash nel Darfur meridionale – dove si cerca cibo tra i rifiuti della vicina discarica di El Kosha – un bambino è morto per avvelenamento e tre ragazze sono state portate in ospedale in condizioni critiche. Il campo di Otash – aperto nel 2004 a seguito degli spostamenti su larga scala dovuti al conflitto nella regione – ospita attualmente più di 120 mila sfollati interni.
Eppure, l’episodio costituisce solo una parte di una più grande situazione che vede crescere il numero di morti per fame e i tassi di malnutrizione in tutto il Paese, sia in aree urbane che rurali.
Circa 12 milioni di persone sono colpite dall’emergenza, ovvero quasi un quarto della popolazione del Sudan; si stima che i numeri arriveranno a 18 milioni, dato che è raddoppiato rispetto al 2021.
Un recente rapporto del Famine Early Warning System Network (FEWS NET) identifica come principali fattori dell’insicurezza alimentare del Paese i conflitti interni, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari di base e le inondazioni.
Infatti, secondo l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) delle Nazioni Unite, al 24 settembre in tutto il Sudan – impattato dal cambiamento climatico con il quarto anno consecutivo di alluvioni con precipitazioni superiori alla media – circa 348.700 persone sono state colpite da forti piogge e inondazioni con oltre 73.100 case danneggiate o distrutte e circa 4.800 capi di bestiame uccisi o persi da luglio; si stima che circa 100 mila ettari di terreni coltivati siano stati inondati.
Per quanto riguarda la questione alimentare, a fine settembre i prezzi dei generi alimentari di base erano superiori del 250-300% rispetto a quelli dello scorso anno, comportando una diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie.
A preoccupare sono anche le controversie tra gli agricoltori e i pastori in questo periodo dell’anno in cui la stagione delle piogge sta per terminare: il bestiame – che necessita di foraggi freschi – pascola sui terreni coltivati distruggendo il raccolto, essenziale per l’approvvigionamento e distribuzione di cibo agli sfollati.
Per far fronte alla crisi, un nuovo programma di alimentazione scolastica per 400 mila studenti è stato annunciato dal tenente generale Mohamed Hemeti Dagolo, vicepresidente del Sudan’s Sovereignty Council e Comandante del Rapid Support Forces (RSF).