Pubblichiamo la lettera di padre Maurizio Bezzi, missionario del Pime che per molti anni ha vissuto in Camerun, dedicandosi anima e corpo ai ragazzi di strada di Yaoundé. Che anche oggi che si trova ad Algeri non ha dimenticato…
Carissimi amici,
la situazione che stiamo vivendo a livello mondiale sembra proprio fare a pugni con quanto ci dice la liturgia di questo tempo di Avvento che, lontano dal farci sognare, ci invita a sollevare la testa, lo sguardo e il cuore verso Colui che compie il nostro desiderio più profondo di verità, di pace, di giustizia…
«Vogliamo cercare la verità: che cosa dobbiamo fare?», mi chiedevano due studentesse universitarie qualche mese fa nella Basilica Notre Dame d’ Afrique di Algeri, dove faccio servizio di accoglienza ogni domenica. Ho risposto che non ci sono istruzioni per l’uso, ma di mantenere sempre viva questa domanda, perché Colui che la suscita la porterà a compimento secondo il Suo disegno.
Dal 13 al 28 novembre, sono stato in Camerun per il ventesimo anniversario del Centro d’accoglienza per i ragazzi di strada Edimar. È una storia bella che continua portando bei frutti grazie alle persone coinvolte che la vivono con cuore appassionato, pur dentro una realtà che spesso sembrerebbe ripugnante. Sono stato molto colpito dalla testimonianza di alcuni giovani del Centro che per due giorni consecutivi si sono piegati per curare e medicare per circa quattro ore di seguito un ragazzo di strada semi paralizzato e con gravissime piaghe.
«I ragazzi di strada ci evangelizzano», diceva fratel Yves Lescanne dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld, che aveva iniziato l’esperienza con questi ragazzi a Yaoundé prima di trasferirsi a Maroua dove è stato ucciso ne 2002. Al Centro Edimar questo succede ancora. Ed è una gioia grande poter essere testimoni di quanto accade.
Un carissimo saluto a tutti e un augurio per un buon cammino di Avvento e un Santo Natale