Attraverso Afronline – la piattaforma sull’Africa del gruppo Vita – una partnership con un gruppo di testate locali indipendenti con il sostegno della Cooperazione italiana. Un bacino d’udienza pari a 30 milioni fra lettori e radiotelespettatori
Con il sostegno della Direzione Generale Mondializzazione e Questioni Globali (DGMO) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Afronline, la rete d’informazione africana del gruppo Vita, lancia un nuovo progetto editoriale che prevede la produzione di contenuti editoriali in stretta collaborazione con 25 media africani indipendenti tra i più influenti in Africa.
Dal Senegal alla Somalia, passando per il Mali, il Niger, il Burkina Faso, il Camerun, il Benin, la Repubblica Democratica del Congo, il Burundi, la Repubblica centrafricana, la Tanzania, il Kenya e il Mozambico, forte di un bacino d’udienza pari a 30 milioni fra lettori e radiotelespettatori, Afronline appoggerà i suoi media partner nella (co)realizzazione di analisi, commenti, reportage, programmi speciali su temi centrali per il futuro del continente africano quali la pace e la sicurezza, il dialogo interreligioso e le migrazioni.
«Questo progetto ci consentirà di consolidare la nostra partnership con i media indipendenti africani avviata sei anni fa. Penso alle collaborazioni molto fruttuose avute con i giornali e le radio in Sahel, il nostro impegno nella lotta contro Ebola in Guinea oppure nell’Africa dei Grandi Laghi con l’agenzia Infos Grands Lacs», spiega Riccardo Bonacina, presidente e direttore editoriale del Gruppo Vita. «Mai come oggi i media africani, soprattutto nelle aree più a rischio, hanno bisogno di un sostegno per rafforzare la loro offerta editoriale e sensibilizzare le loro opinioni pubbliche sulle sfide che il continente africano deve raccogliere in una realtà sempre più complessa come quella internazionale. Inoltre, c’è un aspetto molto importante nel nostro network che ci sta a cuore: i giornalisti con cui collaboriamo sanno che possono contare su di noi nel caso i loro diritti sono violati».