La colorata Bibbia “kuna”

La colorata Bibbia “kuna”

IL BELLO DELLA FEDE
Le molas nascono a metà del XIX secolo con l’arrivo degli europei e dei missionari, che favoriscono la trasposizione su tessuto di antiche pitture corporali, dando vita a un’arte tessile meticcia, arricchita dall’incontro e forte delle sue radici etniche

 

Coloratissimi pannelli di stoffa di circa 30 per 40 centimetri che le donne kuna, un’etnia che vive principalmente nell’arcipelago di San Blas e sulla costa del golfo di Urabá, tra Panama e Colombia, portano applicati alle loro bluse come emblema di femminilità e appartenenza etnica. Sono le molas, parola che originariamente indicava tutto ciò che riveste, come le fronde degli alberi o il piumaggio degli uccelli, rendendo le cose riconoscibili per quello che sono. Allo stesso modo i pannelli cuciti dalle donne kuna sui loro abiti esprimono la loro visione del mondo e la loro sensibilità artistica, rendendole assolutamente uniche.

Ogni molas è realizzata sovrapponendo diversi pezzi di cotone, ciascuno di un diverso colore. Quando uno strato superiore viene ritagliato, i suoi bordi sono ripiegati in dentro e fissati con piccoli punti a quello inferiore, in modo da far emergere i colori sottostanti (tecnica appliqué inverso); altri pezzetti di stoffa sono aggiunti per arricchire la composizione. Si crea così un disegno complesso e sgargiante, che rappresenta, a seconda del gusto di ciascuna donna kuna, geometrie, animali, vegetali, eventi e oggetti quotidiani o di fantasia. Ogni pannello richiede di essere visto attraverso uno sguardo che abbracci tutta la rappresentazione, alla scoperta dei particolari, del linguaggio espressivo giocato sulla simmetria, sulla ricerca del pieno, perché anche la vita è colma di eventi, sull’organizzazione labirintica dello spazio, come labirintico è spesso il pensiero umano, e sulla ricchezza dei simboli, di cui è ricco il reale. Ogni donna indossa sempre due molas quasi identiche, una sul davanti e una sul retro dell’abito: un richiamo alla dualità delle cose e alla loro somiglianza che non è mai perfetta uguaglianza.

Le molas nascono a metà del XIX secolo con l’arrivo degli europei e dei missionari, che favoriscono la trasposizione su tessuto di antiche pitture corporali, dando vita a un’arte tessile meticcia, arricchita dall’incontro e forte delle sue radici etniche. Il cristianesimo regala alle molas nuovi soggetti e contenuti: la croce, prima solo elemento stilistico, diventa un simbolo di fede; le figure di Noè nell’arca, san Francesco tra gli animali, Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre esprimono l’amore di Dio e dei kuna per la natura e il creato; non mancano anche temi più narrativi che rappresentano episodi biblici, e raffigurazioni di edifici religiosi. Un inno alla ricca, variegata e colorata famiglia di Dio.