Elijah Pierce è stato un artista, un predicatore battista e un barbiere, che ha affiancato ogni giorno all’attività lavorativa quella di creare delle “riflessioni in legno”
Il piccolo negozio di barbiere di Elijah Pierce (1892-1984), aperto negli anni Venti in Long Street a Colombo, Ohio, è stato per molti anni un punto di riferimento per la comunità afroamericana della cittadina: in una stanza della bottega era possibile tagliarsi barba e capelli e nell’altra ammirare le sculture in legno che la riempivano, commentarle e confrontarsi. Elijah è stato infatti un artista, un predicatore battista e un barbiere, che ha affiancato ogni giorno all’attività lavorativa quella di creare delle “riflessioni in legno”: piccole sculture e pannelli intagliati in cui raccontare la propria esistenza e quella della sua comunità, gli eventi della politica americana, le ingiustizie sociali e soprattutto la sua grande fede, consegnando al legno tutti i sermoni e le parole che avrebbe voluto pronunciare. Ogni giorno, ogni immagine, ogni evento sono diventati intagli da condividere e regalare a chiunque li ammirasse o ne avesse bisogno. Oggi la maggior parte delle sue opere sono esposte nel Museo di Arte di Colombo, altre a New York, Atlanta e in collezioni private, ma di fatto Elijah non ha mai avuto interesse per il mercato dell’arte, concependo i suoi lavori come un’estensione del suo ministero e un modo per valorizzare il dono che Dio gli aveva fatto. Figlio di un ex schiavo, fin da piccolo trascorreva il tempo scolpendo piccoli scarti di legno con un coltellino tascabile.
Nel corso degli anni le statuette sono diventate interi zoo, opere narrative composte su sfondi di cartone e legno e infine pannelli incisi in bassorilievo arricchiti da vari materiali come collage di carta, sassi dipinti, glitter e strass. I soggetti biblici e le scene evangeliche popolano le narrazioni con una rappresentazione diretta, vivace e molto espressiva, spesso arricchita da frasi programmatiche come quella che recita “La tua vita è un libro e ogni giorno è una pagina”. Forse un riferimento a quella che Elijah considerava la sua opera più grande, “Il libro di legno”, realizzato nel 1932 con 33 scene in bassorilievo della vita di Cristo, un testo rimasto sempre nella sua bottega di barbiere per essere sfogliato e condiviso.