A un anno dall’uccisione, avvenuta ad Haiti il 22 giugno 2022, un libro ci restituisce l’esperienza e la testimonianza di suor Luisa Dell’Orto
«Mèsi sè Luisa», grazie suor Luisa. È il messaggio che chi l’ha conosciuta ha scritto nella lingua creola di Haiti per ricordare la piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, Luisa Dell’Orto, assassinata sull’isola caraibica il 22 giugno 2022. Da quasi vent’anni viveva in un quartiere periferico e pericoloso di Port-au-Prince. E proprio lì, a poca distanza dalla sua abitazione, è stata crivellata di colpi. Un brutale assassinio senza un perché, in un Paese troppo spesso segnato dalla violenza. La sua vicenda, ma anche le sue lettere, sono diventate un libro curato da Lucia Capuzzi, giornalista di Avvenire che l’aveva conosciuta nella sua missione: Sorella Universale. Suor Luisa Dell’Orto: donna, filosofa e martire (San Paolo, 2023, pp. 166, euro 16). Ve ne proponiamo un estratto. Si tratta in particolare di stralci di una lettera in cui suor Luisa si interroga sul significato della vita e della morte.
Ma che senso ha oggi la morte? E la vita? Ogni giorno qui, come purtroppo in tanti altri Paesi siamo esposti alla violenza e alla morte brutale della gente: sono rari i giorni in cui non si incrociano cadaveri per strada, persone uccise per i motivi i più disparati, da quelli politici a quelli di regolamento di conti, dalla vendetta personale all’estorsione di soldi… le bande, soprattutto di giovani, stanno aumentando e “specializzandosi” nella realizzazione di colpi armati e di sequestri di persona a scopo di estorsione. La persona umana sembra perdere di valore e se ne ha ancora uno è legato alla quantità di soldi che può procurare. Non so come il Paese farà a uscire da questa crisi, da questa perdita di senso della dignità della persona umana che porta al totale disordine sociale, all’assenza della giustizia, all’impunita assoluta soprattutto dei “forti” e dei “più grossi”.
Quest’anno, durante i corsi in Seminario, ci sono stati lunghi dibattiti con i seminaristi sul tema della sacralità della vita. Tanto l’ambiente sociale in cui sono cresciuti e vivono svaluta questo valore… Siamo così più che mai impegnati a lavorare per «educare la coscienza» come dice il Papa, coscienza che e la più grande ricchezza e nobiltà dell’uomo. Oso dire che è questa, ora, la nostra preoccupazione più grande ed essa accompagna tutte le azioni di “sviluppo” necessarie per offrire alla gente delle condizioni minime di dignità.
È in questa ottica che abbiamo investito tante energie per migliorare i locali della scuola costruendo una grande sala, a uso refettorio per gli alunni, e utilizzabile per incontri, formazioni, corsi ecc. per i vari gruppi… La sala è sopraelevata e questo permette di avere più spazio nel cortile della scuola, visto che nel quartiere non c’e più un pezzo di terreno libero su cui i bambini possano giocare. Continuo pure l’impegno per assicurare un pasto al giorno agli alunni…
E ora che si e potuto garantire un minimo per l’educazione e la crescita dei ragazzi ci stiamo volgendo verso i bisogni della comunità parrocchiale che sta crescendo in numero e che ha bisogno di un po’ di spazio e di qualche struttura per permettere ai cristiani di poter partecipare alla Messa e alle varie celebrazioni… Siamo noi, però, con i nostri corpi e i nostri cuori, le vere pietre, le pietre vive della nostra chiesa, come dice la Prima lettera di S. Pietro. È un invito a rafforzare, consolidare e a approfondire la nostra fede in Gesù, morto e risorto per ciascuno di noi. Che i misteri della Passione, della Morte e della Resurrezione di Gesù, che celebriamo in questi giorni, ci aiutino a penetrare il senso della nostra vita e della nostra morte e a crescere nella speranza del grande Incontro con il Signore. È a questo Incontro che siamo destinati!