Morti, feriti, dispersi e devastazioni su larga scala. L’uragano Otis ha spazzato le coste dello Stato del Guerrero, nel Sud del Messico, provocando anche molti sfollati. Intanto, il flusso dei migranti verso Nord continua ad aumentare
Ad Acapulco l’uragano Otis trasforma il sognato litorale da spiaggia dorata delle vacanze di mezzo mondo, ad ammasso di macerie. Per ora sono 45 i morti accertati, centinaia i feriti e imprecisato il numero degli scomparsi. L’uragano sta spingendo verso il confine nord anche coloro che hanno perso tutto nello stato messicano di Guerrero, che vanno ad aggiungersi ai tanti migranti che sono già in cammino. Tra distruzioni, inondazioni e saccheggi, la Caritas è al fianco dei disastrati. Nonostante varie allerte-meteo, sembra che la prevenzione abbia mostrato qualche falla.
Secondo il governatore dello Stato colpito, Evelyn Salgado, l’80% degli hotel sono distrutti. Danneggiato anche il sistema di allarme antisismico usato in città. «Ciò che ha sofferto Acapulco è stato disastroso (…). Non ha precedenti nel Paese negli ultimi tempi», ha dichiarato durante la conferenza stampa nella capitale il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador.
La maggioranza degli alberghi della lussuosa cittadina sul Pacifico sono stati danneggiati. Si tratta di un indotto economico importante per il Paese, ma anche di una fonte di sussistenza per migliaia di persone di un livello economico basso, che, grazie all’industria alberghiera, hanno un reddito indispensabile per vivere.
Inoltre, il danno si estende ai produttori di generi alimentari e alla distribuzione in ristoranti e strutture che operano tutto l’anno nel settore dell’ospitalità.
Per i superstiti il ricordo dell’evento è stato terribile. «Era come un tornado. L’aria rimbalzava sulla collina e vibrava come se fuori ci fosse un elicottero», racconta Josè Hortiz, un testimone dell’uragano davanti a un ammasso di lamine sparse, quel che resta di povere casette che i lavoratori avevo costruito per dormire.
Gli abitanti di Pie de la Cuesta, uno dei quartieri dei lavoratori del turismo di Acapulco, sopravvivono senz’acqua ed elettricità. E ormai sono anche quasi senza cibo a una settimana dal disastro.
È facile immaginare che tutto questo farà aumentare il popolo dei migranti. In questo momento in Messico il contesto migratorio non è facile, considerato il flusso di persone in marcia verso il nord.
Il 30 ottobre, circa cinquemila migranti sono partiti in una carovana da Tapachula, in Chiapas per raggiungere la frontiera con gli USA. Sono famiglie, ragazzi soli e gruppi organizzati di donne e uomini provenienti da Honduras, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Venezuela, Haiti e Cuba.
Il 2022 ha presentato una situazione straordinaria, superando le cifre registrate nel 2021, secondo i dati riportati da vari canali di controllo statale. Nel 2021 si sono registrate 97.000 persone in transito di cui 78 mila migranti venezuelani seguiti da 72.928 honduregni, 69 mila guatemaltechi, 41 mila cubani e 40 mila nicaraguensi.