Nel Piauì, nello Stato di Teresina nel poverissimo Nord-Est del Brasile, le suore francescane di Madre Caterina Troiani hanno aperto un Centro di accoglienza per ragazzi grazie a un’associazione di Ariano Irpino che ricorda Michele De Gruttola, un giovane scomparso in un incidente stradale
Michele rivive negli occhi dei bambini del Piauì. Piccole vite senza più nulla, nemmeno la speranza, avvolte da un progetto di solidarietà partito dalla Campania e concretizzatosi in Brasile, nel Piauì, Stato di Teresina, nel Nord-Est del Paese, grazie alla missione delle suore francescane di Madre Caterina Troiani e all’associazione ‘Michele De Gruttola’ di Ariano Irpino. Impegno quotidiano e silenzioso, solidarietà, campagne di raccolta fondi attraverso eventi di beneficenza hanno consentito la nascita e il sostentamento di un Centro di accoglienza per bambini all’interno della missione francescana, intitolato a Michele, giovane di Ariano Irpino prematuramente scomparso in un incidente stradale.
Pozzi con acqua potabile, una scuola, un luogo dove i bambini possono crescere circondati da cure ed essere educati al valore della vita: sono più di cento, oggi, i piccoli che usufruiscono delle molteplici possibilità offerte dal Centro di Accoglienza «Michele De Gruttola». Oltre ad avere un piatto caldo e un luogo accogliente che li ospita, i bambini hanno la possibilità di studiare, di giocare,di svolgere attività sportive e ricreative, di affacciarsi alla vita con speranza e serenità e le loro famiglie di contare su una rete di assistenza e sostegno. Una speranza per i bambini che diventa impegno per il futuro: le religiose della missione e i volontari dell’associazione progettano di far crescere il centro, costruendo una nuova ala che possa ospitare altri bambini e coinvolgerli in altre attività, per strapparli da povertà, degrado, ignoranza, delinquenza. Proprio di recente, per dare seguito a questo progetto, è stato acquistato un nuovo terreno.
L’associazione è nata nel 2003 ad opera di amici e familiari di Michele con lo scopo di sostenere le suore missionarie francescane di Piauì, nello stato di Teresina, in Brasile, e i bambini che in quell’area poverissima vivono in strada, abbandonati a se stessi. All’inizio una piccola realtà, accolta però dalle religiose del posto con la meraviglia e la gratitudine di un dono inaspettato del Cielo. «Siete stati mandati dalla Provvidenza, ormai avevamo quasi rinunciato a costruire una vera e propria missione, avremmo continuato solo a fare un po’ di apostolato perché non ci sono fondi per la realizzazione di un progetto così grande”, le parole di madre Isabel de Campos de Guerra alla notizia della decisione di indirizzare un progetto di solidarietà verso quell’area poverissima. Poi, mattone dopo mattone, la nascita di una realtà diventata solida grazie al sostegno che giunge dalla Campania.
Rosa De Gruttola, sorella di Michele e portavoce dell’associazione, parla a Mondo e Missione di suo fratello e di come da un dolore tanto forte sia nato un progetto di vita e di solidarietà: «Prima ci sono stati la morte di mio fratello, la disperazione e il dolore per la sua scomparsa. Tuttavia c’è sempre stata una grande fede a sorreggerci. Michele era gioviale, allegro, amava la vita e i bambini. Poi, l’esigenza di trasformare quel dolore così forte, con cui per forza di cose bisogna imparare a convivere, in qualcos’altro. E proprio perché Michele amava tanto i bambini, abbiamo pensato di partire proprio dai piccoli, cercando di regalare loro un sorriso. Intanto, grazie agli amici di Michele, erano nate varie iniziative in suo ricordo. Eventi il cui ricavato veniva poi devoluto in beneficenza. Tramite le suore francescane di Ariano, e successivamente, attraverso la loro struttura di Roma, ho saputo che stava per essere allestita una nuova missione in Brasile, a Piauì, nello stato di Teresina, nel Nord Est, una delle realtà in assoluto più povere. Dopo tanti dubbi e incertezze, che a volte si manifestano quando si parla di beneficenza, e soprattutto dell’onestà di alcune iniziative, ho deciso di partire e di verificare di persona. Sono tornata in Italia con la ferma convinzione di dar vita ad un progetto importante: costruire un centro di accoglienza per bambini all’interno della missione delle suore francescane, centro che avrebbe preso il nome di mio fratello».