Mentre in America Latina i numeri del contagio da Covid-19 raggiungono livelli preoccupanti, una trentina di parrocchie di Buenos Aires hanno organizzato nei loro locali centri di auto-isolamento per ospitare anziani fragili, poveri o senza casa
Sostegno spirituale e assistenza sanitaria: è il «pacchetto d’emergenza» che nei giorni della pandemia causata dal Covid-19 le parrocchie di Buenos Aires offrono alla popolazione dei quartieri popolari della metropoli. Oltre a messe e celebrazioni in streaming, infatti, alcuni sacerdoti hanno deciso di mettere a disposizione aule per il catechismo e saloni parrocchiali inutilizzati durante il lockdown e di trasformarli in centri per la quarantena per anziani e poveri, tra i più esposti al contagio.
L’idea di destinare spazi parrocchiali come “strutture sicure” dove proteggersi dal Coronavirus è venuta all’arcidiocesi di Buenos Aires che, d’intesa con il Ministero per lo Sviluppo Umano e l’Habitat, in una trentina di chiese della metropoli ha messo in piedi altrettanti centri di isolamento volontario e li ha destinati soprattutto agli anziani dei quartieri della metropoli.
Secondo i dati nazionali, infatti, gli over 70 che abitano nell’area metropolitana di Buenos Aires sono circa 490mila, molti dei quali vivono proprio nelle baraccopoli, in strada, in abitazioni precarie o case sovraffollate dove è impossibile rispettare il distanziamento sociale e la profilassi igienica e dove perciò il rischio contagio aumenta.
Attualmente in Argentina su una popolazione di 44,5 milioni di persone sono stati registrati poco più di 7mila contagiati e 350 morti: numeri che stanno permettendo in questi giorni ai governatori di allentare le misure restrittive imposte nelle scorse settimane. Quella dell’Argentina è un’eccezione positiva visto che nel resto dell’America latina la situazione sta diventando preoccupante. I bollettini sanitari di Brasile e Messico sono ormai simili a quelli delle città europee più colpite; mentre Perù, Cile ed Ecuador stanno entrando nel cerchio degli osservati speciali per via di sistemi sanitari poco equipaggiati, la carenza dei dispositivi di protezione e una densità abitativa elevatissima che in alcune zone impedisce di frenare la corsa del virus.
In questo contesto i centri di auto isolamento parrocchiali appaiono davvero provvidenziali. Ogni struttura – che deve avere bagni a norma e rispettare le misure igieniche prescritte – ospita al massimo 20 persone. Ad assisterle sono i sacerdoti stessi, talvolta insieme a volontari professionisti e al sostegno dei fedeli della parrocchia, coinvolti negli aspetti logistici anche a distanza attraverso le pagine social della parrocchie.
#Coronavirus #PedidoSolidarioPara el hogar de aislamiento preventivo que está funcionando en la parroquia…
Posted by La Esperanza de Puerto Madero on Tuesday, 12 May 2020
Tra le 29 chiese di Buenos Aires che hanno sposato l’iniziativa c’è quella di Nuestra Señora De La Esperanza nel barrio di Puerto Madero: qui sono stati organizzati venticinque posti letto proprio all’interno della chiesa principale e di una cappella vicina. A gestire la struttura sono Claudio e Maxi, due volontari del Centro Hogar de Cristo, che si occupano di cucinare e assistere gli ospiti ma anche di organizzare momenti di dialogo, preghiera e giochi insieme.
Un centro di auto isolamento con 14 posti letto è stato allestito pure nella parrocchia del Sacro Cuore nel quartiere di Barracas. Il responsabile è il prete betharramita Sebastián García, che in passato si è fatto conoscere per altre iniziative solidali quali le docce per i senzatetto aperte in parrocchia quattro anni fa. «Anche se gli anziani che ospitiamo sono sani – dice padre Garcìa – in questa emergenza sanitaria il centro di isolamento parrocchiale è un modo perfetto per mettere in pratica quello che il papa dice, ovvero che la Chiesa è un ospedale da campo».
Foto: il Centro di auto-isolamento nella Parrocchia del Sacro Cuore a Barracas