Il comunicato degli organismi che a Roma in occasione del Sinodo promuovo il percorso «Amazzonia Casa Comune» dopo i ripetuti attacchi contro i simboli delle culture indigene falsamente additati come idoli: «Siamo certi del fatto che la chiamata del Vangelo di Cristo è per tutti senza eccezioni»
“…per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io.” (Romani 1.12)
Il Sinodo Amazzonico è iniziato due anni fa nei nostri territori, in molti Paesi, non solo nel Continente americano. Molti cattolici e cattoliche del mondo si sono messi in cammino per accompagnare questo processo sinodale.
Migliaia di persone hanno fatto sentire la propria voce, hanno formulato le loro proposte, hanno espresso le loro opinioni per costruire una chiesa dal volto amazzonico, una chiesa che porti la sua essenza, la sua specificità alla Chiesa universale.
In questo cammino stiamo ora accompagnando a Roma l’Assemblea nella quale sono riunite 300 persone, Padri sinodali, rappresentanti delle popolazioni indigene, esperti che stanno partecipando al Sinodo per l’Amazzonia.
L’iniziativa “Amazzonia: Casa Comune“ (presentata in una conferenza stampa il 20 settembre, Sala Marconi – nella sede di Vatican News) è il riflesso fedele di questo essere chiesa unita, impegnata e diversificata, in cui si incontrano più di 30 istituzioni cattoliche da diversi Paesi del Sud America, Nord America ed Europa per accompagnare spiritualmente il Sinodo, condividere le differenti realtà e rendere visibile l’esperienza dell’ecologia integrale, che è realtà vitale nei villaggi e negli abitanti dell’Amazzonia. Questa è un’iniziativa in cui sono confluite molte voci, pensieri, sogni e testimonianze missionarie, pastorali, socio-ambientali e spirituali portando l’Amazzonia nel cuore del Vaticano.
Ci rammarichiamo profondamente e allo stesso tempo denunciamo che negli ultimi giorni siamo stati vittime di atti di violenza, che riflettono intolleranza religiosa, razzismo, atteggiamenti vessatori, che colpiscono soprattutto le popolazioni indigene, un rifiuto di costruire nuove strade per il rinnovamento della nostra Chiesa.
Avvertiamo che questi atti possono ripetersi o diventare più gravi e generare effetti peggiori. La nostra presenza e le nostre iniziative sono sempre state pacifiche, siamo sempre stati in atteggiamento di preghiera e invocando l’azione dello Spirito in questo processo sinodale. Non risponderemo a questi atteggiamenti di violenza e in questa fedeltà evangelica riconosciamo e rispettiamo la diversità nelle altre espressioni dell’incontro con Cristo.
Siamo certi del fatto che la chiamata del Vangelo di Cristo è per tutti senza eccezioni e come Casa Comune ci impegniamo ad essere una Chiesa unita nelle nostre diversità.
Chiediamo a tutte le persone di buona volontà di rimanere uniti, di restare saldi nell’impegno e nella speranza per la difesa della vita e dell’Amazzonia.
“Lui non si stanca di ripetere: “tutti”. Tutti, perché nessuno è escluso dal suo cuore, dalla sua salvezza; tutti, perché il nostro cuore vada oltre le dogane umane, oltre i particolarismi fondati sugli egoismi che non piacciono a Dio”.
Papa Francesco – Omelia 20 ottobre 2019