Ecuador, il deficit che salva l’ambiente / debito 1
Il Paese è in prima fila nell’applicare il modello “debito per natura”: sconti da parte dei creditori in cambio di investimenti in progetti ecologici
Oltre un miliardo di dollari in meno di debito estero in cambio dell’impegno a investire le risorse risparmiate per la conservazione della riserva delle Galapagos, una delle più grandi aree marine protette del pianeta. Quello negoziato nel 2023 dall’Ecuador con le banche creditrici rappresenta il più consistente progetto di scambio “debito per natura” mai approvato da quando il modello fu sperimentato per la prima volta, dalla Bolivia, nel 1987. L’idea era semplice: ridurre i passivi dei Paesi a basso e medio reddito che avessero garantito di usare il denaro risparmiato per programmi di protezione degli ecosistemi a rischio, in un processo virtuoso per tutti.
Da allora, 140 nazioni – la maggior parte in America Latina – hanno aderito ad accordi di questo tipo, concordati con istituti finanziari privati, istituzioni internazionali e anche governi di altri Stati. Un mercato da oltre 800 miliardi di dollari che oggi, di fronte all’incombere della crisi climatica, si sta espandendo sempre più. L’Ecuador, che ha un debito pubblico pari al 62% del Pil, grazie all’aiuto di Credit Suisse e alla garanzia monetaria della Banca interamericana di sviluppo ha oggi a disposizione, attraverso il “Galapagos bond”, 12 milioni di dollari all’anno per la salvaguardia dei 198 mila chilometri quadrati di riserva dell’arcipelago in cui vivono 3.500 specie, il 20% delle quali uniche al mondo.
Un esperimento di successo, tanto che ora Quito ha deciso di riprovarci: sul piatto ci sono due opzioni di scambio del debito. La prima è legata alla protezione di parti della foresta amazzonica dove è ancora attiva la pratica del gas flaring, che consiste nel bruciare all’aria aperta i gas derivati dall’estrazione del petrolio, con gravi danni per l’ambiente e le persone. L’altro progetto finanzierebbe l’area marina protetta che il Paese ha creato lungo i 2.237 km di costa sul Pacifico. Secondo le stime, ciascuno dei due swap varrebbe circa un miliardo di dollari di sconto del passivo ecuadoriano.
Non sorprende che il modello faccia scuola anche tra gli Stati vicini. La Colombia, che ha varato un ambizioso piano da 40 miliardi di dollari per la transizione dai combustibili fossili, sta discutendo uno scambio “debito per natura” con la Germania. «L’elevato deficit e i suoi alti costi hanno reso difficile finanziare le iniziative sul clima», ha affermato il ministro degli Esteri colombiano Murillo, che ha chiesto al Fondo monetario internazionale di aumentare i finanziamenti per l’ambiente sostenendo un’architettura finanziaria globale simile a quella messa in campo in risposta alla pandemia di Covid-19.