Richiesto un gesto di clemenza per l’ex colonnello Benavides, oggi settantaquattrenne, condannato per l’eccidio dei gesuiti dell’Università Cattolica, avvenuto nel 1989. «Dal nostro punto di vista il processo di verità, giustizia e riparazione è ormai compiuto»
In Salvador i gesuiti hanno chiesto ufficialmente al governo un gesto di clemenza per l’ex colonnello Guillermo Benavides, responsabile della strage in cui nel novembre 1989 vennero uccisi sei gesuiti dell’Uca, l’università cattolica di San Salvador (tra i quali anche il rettore padre Ignacio Ellacuria) e due dipendenti dell’ateneo. «Dal nostro punto di vista il processo di verità, giustizia e riparazione è stato ormai pienamente compiuto», ha spiegato padre Andreu Oliva, attuale rettore dell’Uca.
Benavides – che oggi ha settantaquattro anni – fu condannato a trent’anni di carcere, dei quali però finora ne ha scontati solo quattro. Ad appena quattordici mesi dalla sentenza venne infatti scarcerato per effetto della contestata amnistia generale che nel 1993 condonò tutti i crimini commessi durante la guerra civile. Solo nel 2016 la Corte Suprema del Salvador ha dichiarato incostituzionale l’amnistia e a quel punto anche per l’ex colonnello Benavides si sono riaperte le porte del carcere.
«Siamo consapevoli del suo pentimento e del fatto che oggi riconosce il suo errore – ha dichiarato padre Jose Maria Tojeira, direttore del Centro per i Diritti Umani dell’Uca a San Salvador -. E sappiamo anche che non rappresenta più un pericolo per il popolo salvadoregno». Del resto l’ex colonnello Benavides, insieme a un suo luogotenente, fu l’esecutore materiale della strage «ma quanti ordinarono il massacro – osserva ancora padre Tojieira – non furono mai puniti».
Tra quanti furono coinvolti nel caso c’è anche l’ex colonnello Inocente Orlando Montano Morales, che sovrintendeva la polizia nazionale del Salvador come vice ministro degli Interni negli anni Ottanta. Montano Morales si trova attualmente in carcere negli Stati Uniti sulla base di un mandato di arresto spiccato dalle autorità giudiziarie di Madrid, che reclamano la giurisdizione per processarlo dal momento che cinque dei sei gesuiti uccisi nella strage del 1989 erano spagnoli.