A Belo Horizonte si è tenuto in questi giorni il 2° Congresso di teologia pastorale che ha riflettuto sul percorso chiesto alla Chiesa universale da papa Francesco. «Uno stile dalla lunga storia in Brasile, ma oggi è necessario osare di più affinché la partecipazione di tutti i membri del popolo di Dio in vista dell’evangelizzazione torni ad essere “pane quotidiano” nella vita delle chiese particolari»
Dal 2 al 5 maggio si é svolto in Brasile il 2° Congresso brasiliano di teologia pastorale, sotto la regia della Facoltà gesuita di Filosofia e Teologia di Belo Horizonte – FAJE (Minas Gerais) e con la collaborazione di oltre venti entità accademiche cattoliche brasiliane. Totalmente online anche la seconda edizione, ma con tematica nuova al centro dei dibattiti, in piena sintonia col cammino ecclesiale promosso da Papa Francesco: «La sinodalità nel processo pastorale della Chiesa in Brasile».
Sinodalità in America Latina
Sinodalità non è argomento nuovo per la Chiesa in America Latina. Sin dal periodo post-conciliare, infatti, le Conferenze del Consiglio Episcopale Latino Americano e Caraibico sono state autentiche esperienze di sinodalità a livello continentale, con l’intuito di dar continuità agli orizzonti aperti dal Concilio Vaticano II e di incarnarne lo spirito nelle Chiese particolari. Ultimamente, sono nate anche nuove espressioni sinodali. Si pensi, per esempio, alla Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia (CEAMA) e alla recentissima Assemblea Ecclesiale, riunitasi in Messico dal 21 al 28 novembre dell’anno scorso, con la partecipazione di tutti i rappresentanti del popolo di Dio e non solo dei vescovi. Anche la Chiesa brasiliana, da parte sua, vanta eccellenti pratiche di sinodalità, tra le quali ricordiamo: la già settantennale Conferenza Episcopale Brasiliana, gli Incontri inter-ecclesiali delle Comunità di Base, le Pianificazioni partecipate, le Assemblee degli Organismi del popolo di Dio.
Obiettivo e cammini
Alla luce delle esperienze positive di sinodalità presenti nella storia ecclesiale dell’America Latina e, in particolare, del Brasile, il 2° Congresso brasiliano di teologia pastorale si è proposto l’obiettivo di continuare ad approfondire il significato della stessa sinodalità per la Chiesa cattolica in Brasile, non guardando semplicemente al passato, ma mettendo in evidenza le nuove sfide e i possibili percorsi pastorali da intraprendere per vivere, concretamente, la comunione, la partecipazione e la missione. In tal senso, si è fatta luce sulla storia della sinodalità, sulle strutture partecipative nella Chiesa e i limiti imposti dal Codice di diritto canonico, su come la sinodalità viene vissuta in altre chiese cristiane, sulle sfide di una formazione sinodale per tutti: laici, religiosi/e e ministri ordinati. Si è discusso anche sul ruolo della donna e sulla valorizzazione dei ministeri laicali nella Chiesa sinodale.
Vaticano II e Francesco
Il Concilio Vaticano II e il magistero di papa Francesco hanno offerto chiavi interpretative per un discorso sulla sinodalità. Infatti, si é dato il via ai lavori del Congresso con la conferenza del professor Ney de Souza della Pontificia Università Cattolica di San Paolo: «Il Vaticano II e l’esperienza sinodale della Chiesa del Brasile». Successivamente, il teologo Francisco Aquino Junior dell’Università Cattolica di Pernambuco è intervenuto su «Francesco e la sinodalità», mettendo in evidenza sia il grande contributo che l’attuale pontificato sta offrendo alla Chiesa affinché viva la sua missione in autentico stile sinodale, sia le forti resistenze che esso incontra nel tentativo di promuovere una mentalità sinodale in seno alla Chiesa universale.
Sinodalità e clericalismo
Dai lavori del Congresso è emerso che una certa resistenza alla visione sinodale di Francesco è approdata anche in Brasile, dove, oggi, la sinodalità deve fare i conti con una spiccata tendenza al clericalismo presente tra le fila più giovani del clero, come attestato dai risultati di autorevoli studi su questa problematica. Uno dei dieci gruppi di lavoro del Congresso ha approfondito proprio la relazione: «Sinodalità e ministero ordinato». Padre Francesco Sorrentino, missionario del Pime e docente di Teologia presso la Facoltà Cattolica di Belém (Pará – Brasile), con una comunicazione sul tema: «La formazione dei futuri presbiteri nella Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione», ha condiviso alcune piste di riflessione circa l’urgenza di rivedere – in chiave sinodale – la formazione dei candidati al presbiterato, affinché le comunità cristiane ricevano pastori che siano, veramente, uomini di comunione, abili articolatori di partecipazione e animatori missionari.
Sinodalità: da evento a stile
Dall’inizio alla fine del 2° Congresso brasiliano di teologia pastorale è risuonato l’auspicio che, in Brasile, l’attuale processo sinodale, promosso da papa Francesco, non si riduca a semplice evento celebrativo. Nonostante la Chiesa brasiliana abbia una ricca esperienza sinodale, dinanzi ai preoccupanti segnali di retromarcia presenti in alcuni ambiti ecclesiali, è necessario osare di più. La sinodalità, resa visibile dalla comunione e dalla partecipazione di tutti i membri del popolo di Dio in vista dell’evangelizzazione, deve ritornare ad essere «pane quotidiano» nella vita delle chiese particolari brasiliane. Con questo Congressso, anche la teologia si mette in gioco affinché la sinodalità diventi sempre più stile di vita nelle comunità ecclesiali, sulla scia del solco aperto da grandi pastori brasiliani come dom Helder Câmara, dom Paulo Evaristo Arns, dom Luciano Mendes de Almeida, solo per citarne alcuni.