In occasione dell’anno giuseppino dichiarato dalla Chiesa, l’artista brasiliano Manoel Nerys rappresenta il volto di san Giuseppe in un’icona che, riprendendo gli elementi dell’Amazzonia, ne ricorda il processo di assimilazione della fede cristiana da parte delle culture dei popoli nativi, messaggio chiave di Papa Francesco durante la celebrazione del Sinodo del 2019
In occasione dell’anno di San Giuseppe, proclamato da Papa Francesco per questo anno 2021, l’artista brasiliano Manoel Nerys ha realizzato un’icona che mostra la paternità, la purezza e la semplicità che Giuseppe ha espresso durante la sua vita sulla terra con lo sguardo dell’Amazzonia. L’opera è stata realizzata in acrilico su tela, con dimensioni 60 x 50cm, su commissione di padre Marino Nerys, sacerdote redentorista dell’arcidiocesi di Manaus.
Come spiega l’artista sul suo sito, nell’icona sono presenti gli elementi della regione amazzonica: la canoa e il remo, il pesce jaraqui, la vittoria reale, l’incontro delle acque del Rio delle Amazzoni in toni blu scuro e pastello chiaro, il mureru in fiore, la piena dei fiumi. L’icona segue il prezioso percorso di inculturazione della spiritualità cristiana con le culture dei popoli nativi dell’Amazzonia, dove in essa si uniscono il divino (il Cristo), e il cosmico (gli elementi della natura), grazia e creazione. Un gesto che si ricollega al Sinodo dell’Amazzonia voluto da Papa Francesco nel 2019, che aveva al centro la sfida di calare maggiormente la fede cristiana nel contesto delle popolazioni autoctone e della loro cultura.
Questi elementi portano con sé la parola: “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, Cristo la parola vivente e Giuseppe l’uomo comune, il popolo, il Padre fluviale, come se fosse uno di noi. Elementi che abitano la nostra esistenza, vivono con noi e ci accompagnano nei nostri viaggi lungo i fiumi e le foreste, nelle nostre case, nelle città e nei villaggi dell’Amazzonia.
Nel mistero dell’Incarnazione, il Signore ha voluto raggiungere le nostre intime profondità, piantando la sua tenda tra noi e unendo cielo e terra, così il volto di Giuseppe e del Cristo, ritratto come caboclo – cioè dai tratti meticci tra indios ed europeo – ci fa contemplare il volto dei custodi fluviali della creazione e, così, contemplare il cielo, senza negare la natura, nel desiderio di incontrare Dio.
Sullo sfondo, sopra le spalle di San Giuseppe, i toni del giallo si uniscono al verde oliva chiaro, formando una figura geometrica che ricorda la struttura di una casa popolare. Ci ricordano che San Giuseppe è il protettore e patrono delle famiglie. La sua figura, dunque, è esemplare, ha sottolineato il Papa, in un mondo che “ha bisogno di padri e rifiuta i dominatori”, rifiuta chi confonde “l’autorità con l’autoritarismo, il servizio con il servilismo, il confronto con l’oppressione, la carità con l’assistenzialismo, la forza con la distruzione”.