Per Maduro niente game over

Il Venezuela sta vivendo un anno difficile a livello politico e sociale: una situazione che alcuni programmatori sudamericani hanno voluto denunciare attraverso quindici videogame
Si possono vestire i panni di un volontario di un pronto soccorso di Caracas, quelli di un attivista intrappolato nel fiume Guaire che attraversa la capitale oppure di un fotoreporter che deve documentare la protesta in Venezuela. Potrebbe capitare anche di incontrare il presidente Nicolas Maduro col volto un po’ pixelato e di dover decidere con lui la politica economica di un Paese sull’orlo del collasso finanziario. È questa la sfida lanciata da un gruppo di programmatori e designer sudamericani che -dopo anni di crisi economica e in seguito alle proteste per la decisione della Corte suprema controllata dal governo venezuelano di togliere i poteri al Parlamento composto in maggioranza da forze d’opposizione – hanno deciso di non stare a guardare. Così il gruppo formatosi sul web ha preparato #VzlaCrisisJam, una piattaforma online per mettere a disposizione degli utenti di tutto il mondo quindici videogame, di cui sei possono essere riprodotti sul browser e nove sono scaricabili in Windows ma che sono tutti ispirati alle manifestazioni d’opposizione e alla realtà sociale e politica del Paese. Un progetto iniziato – è proprio il caso di dirlo – per gioco intorno al quale però si è raccolto un movimento di protesta creativa e non violenta. Il creatore, che ha voluto restare anonimo, ha spiegato alla stampa sudamericana di aver partecipato a un forum sulla protesta non violenta in cui diverse organizzazioni non governative raccomandavano di reclamare i propri diritti attraverso forme di espressione creative. Così il ragazzo ha deciso di usare le proprie abilità di programmatore e di raccontare le contestazioni come se fossero un gioco. Insieme a un gruppo di sviluppatori contattati su Facebook, ha quindi raccolto una comunità di trentacinque persone che hanno lavorato da remoto in modo organico e collaborativo per circa un mese.
Articoli correlati

La gioia di ricominciare
Dopo vent’anni in Brasile e un periodo in Italia, padre Castrese Aleandro è ripartito nel novembre del 2023 per la di…

Messico, un viaggio nel cuore dell’uomo
Le giornate accanto ai migranti, che mantenevano la speranza in mezzo alla sofferenza, mi hanno mostrato la luce che …

Colombia: bambine, non spose
Dopo nove tentativi a vuoto, il Senato della Colombia ha approvato all’unanimità un disegno di legge che vieta i matr…