Dopo un mese trascorso nella missione di La Concordia in Messico, tra il popolo mixteco e accanto a due missionari del Pime, Luca è tornato in Italia profondamente arricchito e con un grande senso di riconoscenza per tutti loro
Sono Luca, ho 23 anni e quest’anno ho partecipato al cammino di Giovani e Missione del Pime. Un incontro al mese a Villa Grugana, con altri 50 ragazzi e ragazze per interrogarsi e continuare a camminare nella fede. Un cammino che poi mi ha portato in missione nel mese di agosto.
Insieme a Jonathan e Marco, i miei due compagni di viaggio, sono stato destinato in Messico, in particolare alla missione di La Concordia nel Guerrero.
Mi è sempre stato detto che la missione non è tanto un “fare” o un “dare”, ma uno “stare”: stare nella cultura, nelle tradizioni, nella vita dei popoli ai quali si è stati inviati. Stare nella gioia e nelle difficoltà di tutti i giorni. Ho avuto così l’opportunità di conoscere l’affascinante cultura mizteca, i cibi, gli indumenti, le abitudini e le giornate di questo popolo.
Nel mio caso, però, la missione è stata soprattutto stare tra i bambini, tra sguardi profondi, in mezzo alla natura, nella semplicità e nella quotidianità.
In un mese siamo riusciti ad instaurare un bel rapporto con loro. Ogni mattina arrivavano alla parrocchia e da lì si capiva che la giornata poteva realmente iniziare. I loro sorrisi, la loro voglia di affetto, la loro energia, tutto faceva bene al cuore.
Insieme a loro abbiamo inventato giochi, costruito castelli con le carte, organizzato caccie al tesoro in giro per il villaggio. Abbiamo fatto fare passeggiate nella foresta, arrampicate e bagni nel fiume. Li abbiamo anche portati al mare e per loro era la prima volta. È stato molto arricchente stare con loro e custodire in qualche modo i loro sogni nascosti.
Vedere questa missione mi ha fatto capire che non importa dove ti trovi e a quale cultura appartieni; i bambini sono sempre bambini. Con la loro curiosità, la loro ingenuità e il loro coraggio.
Non hanno case arredate, abiti firmati, acqua potabile e tanti altri privilegi che noi abbiamo, ma nella loro semplicità mi hanno trasmetto una ricchezza enorme. La ricchezza delle piccole cose.
In questa missione ci sono due missionari del Pime padre Mauro e padre Domingos, che ci hanno seguito e guidato nel nostro mese di permanenza. La passione e l’amore che mettono in quello che fanno è ammirevole. Il loro è un continuo lavorare e “stare” con umiltà in una comunità con una cultura millenaria, cercando di portare benefici in particolare in ambito educativo e sanitario. Un percorso tortuoso, come lo sono le strade che collegano i vari villaggi, ma che con il tempo porterà i suoi frutti.
In missione ho avuto anche la prova della presenza di Gesù in mezzo a noi, nei fragili, nei poveri, nel prossimo che ci è accanto. E allora non posso che dire a tutti loro – al popolo mizteco, ai bambini e ai missionari che ci hanno accompagnato – un grande «scindagnù!», grazie!