IL BELLO DELLA FEDE
Durante il periodo penitenziale che precede la Pasqua nel Medioevo europeo i “panni della fame” o “veli quaresimali” coprivano gli altari. Dal 1976 Misereor ne ogni due anni ne commissiona uno a un artista extraeuropeo: il più recente è un’opera sulla sofferenza della cilena Lilian Moreno Sánchez
Nel lontano 1458 il maestro Konrad di Friesach realizzò un enorme telo dipinto destinato a coprire interamente alla vista dei fedeli l’altare del duomo di Gurk, in Austria: il tessuto di lino raggiungeva circa 80 mq di grandezza e illustrava con 99 pannelli a tempera l’Antico e il Nuovo Testamento. Questa opera singolare, recentemente restaurata, si inserisce nella tradizione dei “panni della fame” o “veli quaresimali”, diffusa nel Medioevo in molti Paesi europei: durante il periodo penitenziale che precede la Pasqua questi tessuti venivano appesi nelle chiese per creare una sorta di digiuno visivo, coprendo il sacro in attesa di celebrare la gioia della resurrezione di Cristo. In alcune zone della Germania meridionale e dell’Austria i veli, anticamente solo di lino non tinto, si riempirono di ricami e pitture con una finalità sia artistica sia didattica.
Questa antica tradizione, per lo più perduta lungo i secoli, è stata riscoperta e riproposta in chiave nuova a partire dal 1976: ogni due anni l’organizzazione episcopale tedesca Misereor commissiona un nuovo velo quaresimale a un artista extraeuropeo. Il più recente è quello creato dalla cilena Lilian Moreno Sánchez. I tre pannelli che formano l’opera sono telai di barelle ricoperti da lenzuola di ospedale, su cui si diramano una serie di linee nere che vanno a comporre l’immagine di un piede con varie fratture, ispirata alla radiografia di una persona ferita durante le manifestazioni organizzate in Cile nel 2019 contro degrado e ingiustizie sociali.
Tutto intorno sono disseminate macchie di polvere (quella raccolta nella piazza di Santiago del Cile dove si sono svolte le proteste), carbone e olio di lino, elementi che rappresentano la sofferenza degli uomini e di Cristo. Il dolore espresso dal velo è però mitigato da un messaggio di speranza: le linee creano volute leggere, l’oro delle cuciture e dei dodici fiori danno vita e luce, mentre il titolo dell’opera “Hai posto i miei piedi in un luogo spazioso”, tratto dal Salmo 31, celebra la potenza di una fede capace di portare sempre guarigione e fiducia. MM