Offrire alla Chiesa il martirio dei nostri missionari
Cari amici vi penso anche voi membri della famiglia del Pime e vi mando una sintesi della lettera del nostro Superiore generale p. Ferruccio Brambillasca.
Scrive che Papa Francesco, durante l`incontro che ha avuto con i superiori generali lo scorso anno, ha ringraziato tutti gli istituti per il dono dei martiri che continuamente offrono alla chiesa. E precisa:
“Ancora oggi il nostro Istituto vive in alcune situazioni in cui i nostri missionari possono “essere a rischio”. Penso innanzitutto ai nostri ultimi martiri delle Filippine e coloro che ancora vivono in quelle zone; penso ai nostri missionari che vivono in Camerun, soprattutto a quelli che vivono al Nord con il grosso pericolo della ribellione islamica; penso ai nostri missionari che vivono in India, sempre in contatto con il fondamentalismo indù; penso ad alcuni dei nostri missionari che vivono in America Latina (Brasile e Messico) con il problema della violenza e della difesa dei diritti umani; penso a tanti altri nostri missionari che per diversi motivi vivono una situazione a rischio a causa del loro lavoro missionario.
C’è poi“ il martirio quotidiano del missionario del Pime”.
Ė il martirio di chi vive l`esperienza di una malattia molto grave. Ė il martirio della vecchiaia accettata con molta difficoltà. Infine c’è il martirio biblico dell`attesa, di chi vorrebbe subito i risultati…ma tutto questo non avviene e ci si scoraggia.
Penso, all`interno di questo “martirio dell`attesa”, ai nostri missionari che lavorano in Algeria, in Cina, in Giappone, negli USA, in Myanmar o in tante altre parti del mondo.
L`insegnamento dei nostri martiri ci invita ad uscire dalle nostre paure, dalla nostra mediocrità, dai nostri schemi che nessuno può infrangere, e a entrare in una logica sempre nuova, la “logica del martirio”, la sola logica, poiché la logica di Cristo, che ci può rendere felici e pienamente realizzati.
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