Finito l’Isis, finirà anche il jihadismo?
Il cardinale Angelo Scola Arcivescovo di Milano, ha fatto un intervento su I segnali contradittori dell’islam contemporaneo al Comitato scientifico della Fondazione Oasis di cui è Presidente. Dall’articolo nel Corriere della sera di domenica 2 luglio, colgo alcune frasi.
«Il fenomeno del jihadismo non scomparirà neppure nel momento in cui venisse meno la sua dimensione territoriale in Siria e Iraq. Non va dimenticato che vi sono altre aree di crisi, come la Libia, in cui le formazioni jihadiste “persistono e si estendono”, per citare un loro slogan… Vorrei, a questo proposito, concentrarmi su due fenomeni: da un lato la crescente istituzionalizzazione dell’islam, per poter definire chi parla per i musulmani; dall’altro un inedito dibattito su che cos’è l’islam, stimolato anch’esso dalle efferate azioni dei gruppi jihadisti… Questo dibattito propone, a mio avviso, il tema della libertà… Sono contento di constatare che sempre più numerosi autori musulmani, di fede o di cultura, interloquiscono con Fondazione Oasis, certi che il metodo adottato – una volta l’ho riassunto nella formula “parlare con i musulmani, non sui musulmani” – sia l’unico in grado di leggere veramente la complessa situazione dell’Islam contemporaneo, decifrando i contraddittori segnali che esso lancia… Nel mio ultimo libro, Postcristianesimo, ho cercato di proporre alcune riflessioni, che stanno sotto il duplice segno del malessere e della speranza. Un malessere che, per singolare coincidenza con quanto sta avvenendo nel mondo islamico, è legato in larga misura proprio alla libertà, o meglio a una concezione ridotta della libertà, intesa come assenza di vincoli, strutturalmente opposta a un’autorità vissuta sempre come oppressiva… In ogni caso sono convinto che l’orrendo jihadismo, nella sua versione europea, resti più il tragico sintomo di una grave prova che un reale progetto alternativo. Esso sembra a me una forma di antimodernità…È anzi evidente che esiste un ampio lavoro di studio da fare per comprendere le radici culturali di questo fenomeno. Ma occorre liberarsi dall’illusione che, sconfitto il jihadismo, le società europee si libererebbero delle loro contraddizioni per entrare finalmente nella “fine della storia”. No, sconfitto il jihadismo, le società europee si ritroveranno con i loro problemi. O, per dirla in un altro modo, solo risolvendo i problemi generati da un liberismo soffocante le società europee saranno in grado di sconfiggere il jihadismo. Proprio per questo mi pare centrale ricercare una vera e propria alleanza con quanti, nel mondo musulmano, mettono oggi a tema la questione della libertà, senza rinunciare a declinarla in modo non relativistico e quindi mantenendola ancorata a un riferimento veritativo. È questa la vera alleanza che, anche come Oasis, dobbiamo cercare: non un’alleanza contro, ma per qualcosa, un’alleanza che passa attraverso i confini, che unisce e non divide. Papa Francesco, durante la sua visita a Milano, ha suonato la “sveglia” e rinnovato il grande insegnamento del suo viaggio in Egitto, in particolare laddove ha affermato che “l’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità”».
Articoli correlati
Mare Mosso
E’ trascorso un mese dal mio arrivo in Bangladesh. Sapevo che dallo scorso luglio la vita di questo grande paese con …
Dall’Iran all’Italia per arrivare alle Olimpiadi di Parigi
Nella squadra olimpica dei rifugiati, ci sono anche due giovani iraniani, Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour, che in I…
Ritorno
Eccomi qui, di nuovo con una “scheggia” certamente inattesa: la precedente, numero 239, risale a più di un anno fa: n…