Accanto a don Mario Bortoletto a Ma’an
Don Mario Bortoletto di Treviso visse 38 anni come prete fidei donum nella missione di Ambam, nel sud del Camerun e gli ultimi 3 anni nella parrocchia di Ntem-a-si à Yaoundé, come associato del Pime. Ora è sepolto a Ma’an, nella chiesa voluta da lui e gode della gioia e della luce del volto del Signore e dell’affetto dei suoi “figli”, che ha aiutato a nascere col Battesimo e che vivono del suo ricordo intenso, carico ancora del suo amore e dell’amore di Dio.
Martedì 7 gennaio, a Ma’an, noi missionari del Pime abbiamo vissuto un incontro coi preti africani che si dicono “figli” di padre Mario. Sette di loro erano presenti e hanno testimoniato la loro gioia di sentirsi ancora accompagnati da don Mario. Hanno partecipato all’incontro anche alcuni cristiani della zona, i missionari che operano a Yaoundé e i sei studenti del seminario filosofico che si preparano a diventare missionari del Pime.
L’incontro è stato una prova evidente, un’intensa testimonianza di chi è stato don Mario e di quello che rappresenta ancora oggi. Avevamo preparato il libro La catéchèse du père Mario Bortoletto contextualisée et animée dans la culture ntumu, che mostra come don Mario si era inculturato per vivere il suo amore per il popolo ntumu. L’abbiamo distribuito anche perché possa essere arricchito e migliorato.
Per me è stato un momento straordinario in continuità con quello che avevo vissuto nello scorso gennaio 2019, durante la visita dei cinque diaconi di Treviso con il loro rettore, che intendevano così mantenere un rapporto vivo con la missione dove i sacerdoti di Treviso avevano lavorato per trent’anni coi missionari del Pime. Durante quella visita, vedendo l’entusiasmo gioioso della gente, mi era ritornato forte e profondo il legame che avevo vissuto anch’io nei miei primi anni di missione. Ho organizzato l’incontro dei preti africani di Ambam con noi missionari del Pime a Ma’an, perché nel sacerdozio e nel ricordo di don Mario c’è un legame, una comunione con loro che va continuato e coltivato per la vitalità della Chiesa del Camerun.
L’artista e teologo Rupnik mi suggerisce l’immagine del vecchio che con la saggezza e l’esperienza trasmette ancora qualche staffetta vitale. Ho detto ai preti camerunesi che ora saranno loro a invitare i missionari del Pime per degli incontri accanto a don Mario. Hanno accolto la proposta. Avevo anche raccomandato loro il seminario filosofico internazionale che stiamo costruendo a Yaoundé. Si tratta non solo di rispondere alle domande degli studenti – per ora di quattro Paesi africani – che vogliono essere missionari con noi, ma di una continuità di quanto iniziato col gemellaggio vissuto anni fa e che continua a portare i suoi frutti.
Quanto sono belli i passi di don Mario e dei primi missionari. Gesù camminava e vuole camminare ancora!
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