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Icona decorativaIcona decorativa31 Dicembre 2022 Silvano Zoccarato

Amore dell’altro, solidarietà umana

In viaggio verso a Gafsa per visitare il cristiano T., padre Anand mi parlava di una donna che cresciuta con la famiglia accanto alla chiesa dove c’erano dei cristiani e un missionario, trovando ora la chiesa abbandonata e in rovina, si è data da fare per ripararla. Questa notizia di una persona che resta con un ricordo vivo e che si mantiene aperta e affezionata a dei cristiani, mi ha risvegliato la memoria di quello che ho vissuto in Algeria e riacceso la domanda che mi resta da tempo: «La relazione di stima e di affetto che alcuni musulmani (o di altre religioni) iniziano e mantengono viva con noi cristiani, che cos’è? Semplice ricordo o qualcosa di più vitale? Ieri ho assistito alla gioia di alcuni abitanti del deserto quando hanno rivisto l’infermiera che li aveva seguiti per anni. Non è solo un ricordo gioioso. Alcuni coi quali ho vissuto dieci anni, mi scrivono chiamandomi amico, padre…  che cosa sentono? E quelli di Touggourt (Algeria) che chiamavano mamma la suora che li aveva aiutati a nascere? Partita per il Paradiso pochi giorni fa, un professore mi scrive e dice di lei Paix à sa belle âme. L’anziano di Touggourt che col fratello aveva nel 1939 aiutato la Piccola Sorella Magdeleine a stabilirsi in una vecchia casa, mi diceva d’essere fondatore con lei della fraternità di Touggourt e parlava di Amicizia divina. Mons Claude Rault, vescovo emerito del deserto algerino, comunicando la notizia della morte di Rania Boussaid, una giovane donna musulmana di 32 anni trasportata dall’arrivo improvviso dell’acqua di un oued a Tamanrasset, la definiva stretta collaboratrice del Piccolo Fratello Antonio Chatelard, negli studi su Charles de Foucauld. Accompagnava i gruppi di turisti soprattutto a visitare il Bordj dove era stato ucciso fratel Charles. Era presente a Roma alla beatificazione e diede una lunga testimonianza dicendo: «Cammino ancora sugli stessi passi di fratel Charles e trovo la forza di vivere il mio cammino senza paura». Il vescovo aggiunge: «Molto vicina alla comunità cristiana è rimasta sé stessa: donna musulmana di grande fede e ardore di vita. Rania appartiene a Dio. Ha raggiunto tutti coloro che, come Maria, hanno detto il loro “Sì”, appartenenti a qualsiasi credo». Alla morte del vescovo Pierre Claverie, ucciso assieme al suo autista, Abderrahman disse: «Pierre Claverie mi ha spinto su una nuova strada. La mia visione dell’islam è diventata più critica, più antropologica. La mia fede si è sviluppata in favore della riconciliazione con l’altro». E Oum el Kheir:  «Claverie mi ha imparato ad amare l’islam, mi ha insegnato ad essere musulmana, amica dei cristiani d’Algeria. Ho imparato che l’amicizia è anzitutto fede in Dio, amore dell’altro, solidarietà umana». Vivendo accanto a persone di religione differente, avviene una conversione reciproca: amore dell’altro, solidarietà umana. Con gli auguri di un anno benedetto dal Signore  

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