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Icona decorativaIcona decorativa1 Settembre 2020 Franco Cagnasso

Autarchia

Sono cinque i missionari del PIME di nazionalità bengalese: il primo a entrare, p. Amal Gabriel, dopo un periodo in Costa d’Avorio è stato rettore del seminario teologico del PIME a Monza, poi Consigliere della Direzione Generale, e ora si sta preparando per ritornare in Costa d’Avorio; Fratel Joseph è da molti anni missionario laico in Cameroun; p. Biplob è nelle Filippine, p. Dominic in Papua New Guinea, p. Regan in Brasile. Non si può dire che siano un esercito, ma siamo ai primi passi. Seguono i seminaristi: uno sarà presto diacono, e altri sette continuano la formazione nel seminario internazionale di Monza. Il loro percorso ordinario prevede che studino filosofia qui a Dhaka nel seminario nazionale; poi continuano al seminario internazionale di Monza, dove anzitutto studiano l’italiano per un anno, poi un altro anno viene dedicato alla spiritualità missionaria e del PIME, con la sua storia, carisma, struttura. Infine, affrontano i 4 anni di teologia. Due nostri giovani, Tijes (di etnia Mandi) e Shawon (bengalese), appena terminati i corsi filosofici, stavano scaldando i motori per andare in Italia, quando il Covid 19 ha voluto dire la sua: difficilissimo viaggiare e ottenere i visti, quindi niente Italia! E allora? La direzione generale ha trovato una scorciatoia dicendoci: all’italiano penseremo dopo, ora cercate di organizzare il loro anno di spiritualità in Bangladesh, per non perdere tempo. Ecco dunque che dal 15 agosto Tijes e Shawon fanno parte della nostra comunità a Dhaka, ma con un programma a parte tutto per loro, affidato al rinomato “team” Francesco Rapacioli, Piero Parolari, Brice Tambo e Franco Cagnasso. Intendiamo dimostrare che la spiritualità “autarchica”, prodotta a Dhaka, non ha nulla da invidiare a quella globale, internazionale, multilinguistica di Monza. Certo, con due candidati soltanto, l’interazione sarà meno ricca e interessante, ma affrontare temi complessi usando la propria lingua, invece di arrancare con le complicazioni dell’italiano, è un vantaggio non da poco. Mentre Francesco, Piero, Brice e il sottoscritto hanno un’ottima occasione di rispolverare tante cose.

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