Bicittra 2
PREMESSA. Nello scorso settembre intitolai “Bichittra” (che significa “varietà”) una scheggia formata da “scheggette”: notizie o commenti brevi, messi insieme nella stessa scheggia. Ma devo scrivere Bichittra o Bicittra? Il problema di trascrizione del bengalese in lettere latine è sempre aperto, e dipende dalla pronuncia di chi legge. Per noi italiani Bicittra va abbastanza bene, e quindi scelgo ufficialmente questa trascrizione.”
“EROI INFORMATICI”. Così un quotidiano definisce cinque ingegneri bengalesi, impiegati in diversi luoghi e uffici in Bangladesh. Quando s’è incominciato a parlare di vaccinazioni in massa, e il governo incominciava a pensare come organizzarle, i cinque – che evidentemente si conoscevano e s’intendevano bene fra loro – hanno deciso di preparare insieme un programma informatico che risolvesse il non facile problema. Lavorando alla disperata, in pochissimo tempo sono riusciti a organizzare un sito di nome “Surokkha” a cui tutti i cittadini potessero far capo per essere vaccinati. Poi lo hanno presentato al governo che (miracolo?) ha avuto il via libera dei suoi esperti e lo ha accettato. Il programma ha funzionato molto bene, nonostante il gran numero di utenti, bengalesi e stranieri residenti, e i molti dati che chiede per ogni utente, per evitare errori o abusi. Il record di Surokkha – dicono – è stato di 6 milioni di entrate in un solo giorno.
CUSTODE. Qualche lettore forse ricorda che una o due “schegge” già hanno parlato della Chiesa Armena di Dhaka. Fu costruita 240 anni fa, nel cuore della città vecchia non lontano dal porto fluviale, quando la comunità armena aveva centinaia di membri, per lo più commercianti e avvocati, tutti benestanti. È armoniosa e ben conservata, e costituisce anche un richiamo turistico e culturale, una inattesa oasi di bellezza e pace nel caos di traffico, rumore e sporcizia del popolatissimo quartiere, chiamato “Armenitola”. In occasione del Natale e della Pasqua degli Armeni, e poche altre volte all’anno, viene usata per incontri di preghiera o concerti cui prendono parte cristiani di varie denominazioni. La comunità ora è scomparsa. L’ultimo Armeno residente a Dhaka ha lasciato la città parecchi anni fa, e la responsabilità della conservazione è passata ad un gruppo volontario di Armeni all’estero, il cui presidente risiede a Los Angeles, aiutati da volontari di varie denominazioni a Dhaka. Il lavoro di custodia e accoglienza è affidato a Shankar Ghosh, un hindu, che ha ereditato questo compito anni fa e lo compie con fedeltà e devozione ammirevoli. Abita, con moglie e due figli, in un piccolo edificio sul terreno della chiesa. Ogni mattina va alla chiesa, fa il segno della croce, apre la porta e poi entra, accende due candele sull’altare e pulisce; dopo di che, compie lentamente il giro dell’edificio, nel cortile dove sono sepolte decine di persone, le cui lapidi sono appoggiate sul terreno. Passando su di esse, dice una preghiera per i defunti, che termina sulla tomba della moglie dell’ultimo Armeno che ha lasciato il Bangladesh, con la speranza però di poter ritornare ed essere sepolto accanto a lei.
È un tipo tranquillo e accogliente, che spiega: “Questo lavoro mi piace, per me è sacro. Chiesa, tempio o moschea… credo che Dio sia uno per tutti. Spero che qualcuno darà onore a me come io onoro questi defunti.”
Franco Cagnasso
Articoli correlati
Mare Mosso
E’ trascorso un mese dal mio arrivo in Bangladesh. Sapevo che dallo scorso luglio la vita di questo grande paese con …
Dall’Iran all’Italia per arrivare alle Olimpiadi di Parigi
Nella squadra olimpica dei rifugiati, ci sono anche due giovani iraniani, Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour, che in I…
Ritorno
Eccomi qui, di nuovo con una “scheggia” certamente inattesa: la precedente, numero 239, risale a più di un anno fa: n…