Colonizzazione
In aereo, di ritorno dal Canada, alla domanda: «Alcuni indigeni attendevano una sua parola sulla Dottrina della scoperta che avrebbe giustificato teologicamente la colonizzazione forzata delle Americhe da parte delle potenze cattoliche», Papa Francesco ha risposto:
«Credo che questo è un problema di ogni colonialismo, anche oggi le colonizzazioni ideologiche hanno lo stesso schema. La coscienza della uguaglianza umana è arrivata lentamente, e dico la coscienza perché nell’inconscio ancora c’è qualcosa. Alcuni pensavano che certi popoli non avessero l’anima. Sempre noi abbiamo – mi permetto di dirlo – come un atteggiamento colonialista di ridurre la loro (dei nativi, n.d.r.) cultura alla nostra. È una cosa che ci viene dal modo di vivere sviluppato nostro, che delle volte perdiamo dei valori che loro hanno. Per esempio: i popoli indigeni hanno un grande valore che è il valore dell’armonia col creato e almeno alcuni che io conosco lo esprimono nella parola “vivere bene”. Quello non vuol dire, come capiamo noi occidentali, fare la dolce vita. No. Vivere bene è custodire l’armonia, e questo per me è il grande valore dei popoli originari: l’armonia. Noi siamo abituati a ridurre tutto alla testa e invece la personalità dei popoli originari – sto parlando in genere – sa esprimersi in tre linguaggi: quello della testa, quello del cuore e quello delle mani. Ma tutti insieme. E sanno avere questo linguaggio col creato. Lo sviluppo è buono, ma non è buona quell’ansietà di sviluppo, sviluppo, sviluppo… una delle cose che la nostra civiltà super sviluppata commerciale ha perso è la capacità della poesia. I popoli indigeni hanno quella capacità poetica.
Questa dottrina della colonizzazione è vera, è cattiva, è ingiusta. Anche oggi è usata, lo stesso, con guanti di seta forse, ma è usata. Per esempio, alcuni vescovi di qualche Paese mi hanno detto: “Ma il nostro Paese quando chiede un credito ad una organizzazione internazionale gli mettono delle condizioni, anche legislative, colonialiste”. Per dare il credito ti fanno cambiare un po’ il tuo modo di vivere. Tornando alla colonizzazione nostra, quella dell’America, quella degli inglesi, dei francesi, degli spagnoli e dei portoghesi, c’è sempre stato quel pericolo, anzi quella mentalità “noi siamo superiori e questi indigeni non contano”. E questo è grave. Per questo dobbiamo lavorare per sanificare quello che è stato fatto male, ma nella consapevolezza che anche oggi esiste lo stesso colonialismo. Faccio un caso, che è universale e mi permetto di dirlo, penso al caso dei Rohingya nel Myanmar: non hanno diritto di cittadinanza, sono di livello inferiore. Anche oggi”.
Dallo stesso lato, vi sono “le colonizzazioni ideologiche che contrastano la realtà dell’esistenza, soffocano il naturale attaccamento ai valori dei popoli, tentando di sradicarne le tradizioni, la storia e i legami religiosi”».
Parlando alle autorità politiche canadesi, il Papa ha nuovamente deplorato quella “cancel culture” che «uniforma, rende tutto uguale, non tollera differenze e si concentra solo sul momento presente, sui bisogni e sui diritti degli individui, trascurando spesso i doveri nei riguardi dei più deboli e fragili: poveri, migranti, anziani, ammalati, nascituri».
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