Come pregano i musulmani
Una signora mi chiede: «Come pregano i musulmani?». La domanda mi è piaciuta perché poche persone se lo domandano. Mostra un desiderio di penetrare nel pensiero musulmano e permette di uscire dal luogo comune che giudica la preghiera musulmana solo esteriore e ostentatoria.
Pensando a come rispondere, mi sono ricordato del primo regalo fattomi da un piccolo commerciante che assieme ai dadi e alle uova che avevo comprato, mi mise in mano un libricino con le spiegazioni e i disegni dei gesti della preghiera musulmana. L’ho letto con piacere, perché non ne sapevo niente. Infatti, anche la signora che mi ha fatto la domanda, si è sorpresa quando le ho detto che, oltre ai testi della preghiera, va capito anche il senso di alcuni gesti che l’accompagnano: gesti sulle orecchie, gli occhi, il viso, il corpo…
In Internet si possono trovare molti sussidi con le preghiere e la descrizione dei gesti. Leggendo questi testi, si deve però superare subito l’impressione di una meticolosità scrupolosa e il senso di obbligo esteriore. Meglio incontrare un buon musulmano che dice con semplicità come vive e come sente la sua preghiera. È preghiera anche corporea, perché lo spirito sia sentito dentro tutta la persona che prega. In tutte le forme di preghiera del mondo c’è una espressione esteriore e una disciplina con regole da rispettare.
Nello scritto di un musulmano, leggo: «La preghiera è il più importante atto d’adorazione dell’islam, è la colonna portante della religione, avvicina la creatura ad Allah (SwT) e purifica, tiene lontano dal peccato e dalla dissolutezza chi la compie. Bisogna quindi impegnarsi a non compierla frettolosamente e con disattenzione, ad essere concentrati e pensare solo ad Allah (SwT) durante la sua esecuzione».
Anche l’Islam ha avuto dei grandi mistici. Riporto la preghiera di Rabi’a al-Adawiyya, nata in Iraq nel secolo VIII. Secondo una tradizione, fu venduta schiava e resa poi alla libertà dal suo padrone, che un giorno la sorprese sprofondata nella preghiera e tutta avvolta di luce.
Ti amo di due amori: un amore di desiderio
e un amore perché tu sei degno di essere amato.
L’amore di desiderio è che nel ricordo di te
io mi distolga da chi è altro da te.
L’amore di cui tu sei degno
è che tu tolga i veli perché io ti veda.
Non lode a me né nell’uno né nell’altro,
ma lode a te in questo come in quell’ amore!
Papa Montini desiderava i cristiani uniti ai musulmani anche nella preghiera. E diceva: «Anche se abbiamo modi diversi di preghiera, è lì che viviamo in comunione con l’altro. Scopriamo che nella tradizione islamica la preghiera è lode, perdono, domanda, raccoglimento e altro, secondo gli avvenimenti della giornata. Alcuni scoprono la ricchezza spirituale dei musulmani nello scambio interiore e personale partendo dai diversi modi di meditare la Parola di Dio (Bibbia e Corano). In alcuni momenti nasce, nell’incontro, la gioia di pregare insieme. Momenti rari, ma pieni di speranza e di vita per ognuno».
Scoprire la bellezza della preghiera e la vita di alcune persone di altre religioni, può stimolarci a migliorare noi stessi nella preghiera e nella vita.
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