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Icona decorativaIcona decorativa23 Dicembre 2013 Silvano Zoccarato

Come vieni Signore?

«Natale di Gesù, festa della fiducia e della speranza, che supera l’incertezza e il pessimismo. E la ragione della nostra speranza è questa: Dio è con noi e Dio si fida ancora di noi!». Con queste parole Papa Francesco ci augura il Buon Natale di questo anno 2013. In Algeria, i cristiani si preparano a una grande riunione che avverrà nell’ottobre del 2014. Si stanno domandando come e dove trovano il Signore e come lo testimoniano. Eccovi alcune testimonianze: «Ogni giorno sentiamo cinque volte l’appello alla preghiera. Sì, Dio è presente tra noi sulle nostre strade, Emmanuele, con noi nei nostri incontri giorno dopo giorno». «La vita con questo popolo, la loro ospitalità generosa, l’amicizia quasi-protettrice, la loro apertura all’altro diverso, la loro fedeltà alla preghiera, il gusto della condivisione, la loro solidarietà … tutto mi testimonia che il Regno è già presente, che Gesù è presente e cammina con noi». In Algeria, i cristiani vivono coi musulmani nell’amicizia e nel rispetto reciproco. Ma in molti Paesi le tensioni nelle relazioni tra credenti di diverse famiglie religiose sono estremamente tese e tragiche, come in Siria, Egitto, Libia, Africa centrale… Il trevigiano mons. Ilario Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi, intervistato da Maria Laura Conte, dice: «Percepiamo la grande tensione che segna il Paese. Più che per la situazione attuale, appena uscita da una certa stagnazione, temiamo per quello che potrebbe accadere. Soprattutto che si crei un vuoto politico, che solo Dio sa chi potrà riempire. Ci sono stati arresti di gruppi salafiti, sono state trovate delle armi, siamo come in una pentola bollente, che potrebbe scoppiare. Gruppi di salafiti sono andati a combattere in Siria e quando tornano importano l’esperienza della guerriglia, sono pronti a tutto, fino a farsi martiri per la guerra santa nel nome di Dio. Ciò che mi tranquillizza è che il popolo tunisino ama la pace… Il mio primo Natale a Tunisi mi sta insegnando molto. L’assenza di luminarie e di segni evidenti dei preparativi della festa mi colpisce in modo particolare… Ma proprio questa sorta di nostalgia mi costringe a un ritorno all’essenziale. Mi invita a sbarazzarmi di tutto ciò che è secondario, per lasciarmi condurre al significato essenziale del Natale: Gesù che viene. Quel Gesù che proprio là dove non mancano luminarie e decori di ogni genere, come nel ricco Occidente, quasi non si nomina più. Ecco: a Tunisi siamo aiutati a riandare all’essenziale». Cari amici, vi auguro di trovare il Signore nella preghiera e nell’incontro di ogni altro che vedete sulla vostra strada. E con la gioia del Vangelo nel cuore. Buon Natale!

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