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Icona decorativaIcona decorativa17 Novembre 2014 Silvano Zoccarato

Conversione di sguardo

Chiamati a rileggere la nostra vita di condivisione con un popolo per noi nuovo e diverso, ci accorgiamo che è anche necessaria una conversione. Siamo invitati a posare un altro sguardo sulla nostra Chiesa – Chiesa presente, Chiesa dell’amicizia, Chiesa della conversazione – e sulle persone con le quali viviamo. Anzitutto uno sguardo ai segni dei tempi, non solo sul negativo ma sul bene. Cercare di vedere come lo Spirito lavora nella speranza ancorata profondamente nel cuore dell’umanità. L’algerino di fama mondiale Albert Camus diceva: «Negli uomini c’è più da ammirare che da disprezzare». Le nostre esperienze inserite nella realtà attorno a noi ci confermano in uno sguardo benevolo e riconoscente, fatto con bontà e bellezza e a vivere la vicinanza e il dialogo con l’altro nella sua differenza. E sono le differenze che ci avvicinano e fanno cambiare lo sguardo. La testimonianza che diamo come stranieri può parlare anche se è comunicata solo con segni e gesti silenziosi, ma con senso contemplativo e profondo nell’interiorità della vita donata. La testimonianza è difficile da valutare, ma è il segno visibile che lascia tracce nella vita. Poi c’è la speranza gioiosa, la caratteristica del discepolo autentico. La speranza ci rende attenti ai segni della venuta del Regno di Dio. Gesù ne parla spesso e ognuno può trovare il modo per farlo venire. Quale speranza per noi oggi? In che cosa mi sento chiamato a servire il Cristo in un Paese a grande maggioranza musulmano come l’Algeria? Questa speranza è quella promessa dal Cristo Risorto per noi e per la moltitudine. Una speranza dentro un cammino da ripensare, da cercare… Certo, anche in seno alla comunità cristiana ci sono differenze di origine, cultura, età e lingua. E tutto ciò ci mantiene uniti. La comunità è rimessa continuamente in valore, diventa grazia per cristiani e musulmani. Arrivando in Algeria, molti trovano la sorpresa della diversità in seno alla famiglia cristiana solidale. Tensioni, difficoltà e stanchezze sono superate dal ricordo dell’unità vissuta. Nel Cristo vivente tra noi, una profonda comunione è possibile.

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