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Icona decorativaIcona decorativa21 Dicembre 2022 Silvano Zoccarato

Don Giuliano Brugnotto, un vescovo al largo

Nella nomina di vescovo di Vicenza, don Giuliano si sente mandato “al largo”, non vuole essere chiamato eccellenza e rinuncia ad avere un proprio stemma. Nell’intervista a Lauro Paoletto, dichiara la sua passione per le missioni: «Questa passione risale ai tempi della mia ordinazione. Allora chiesi che non ci fossero regali particolari se non una raccolta di offerte per una missione in Burundi dove suor Maria Vittoria Cenedese della mia parrocchia di origine (Mignagola) lavorava da molti anni. Poi quando sono stato a Roma, con studenti di varie nazioni ho conosciuto nuove realtà ecclesiali e nuove culture. Successivamente, diventato educatore, ho vissuto con entusiasmo l’accompagnamento di una classe a Manaus in Amazzonia e poi in altre missioni. Anche nella facoltà di diritto canonico a Venezia la presenza di molti sacerdoti stranieri mi ha permesso di entrare in un contesto culturale e pastorale differente e capire il loro punto di vista. Questo mi ha aperto gli orizzonti e costretto a essere più elastico mentalmente. La missione è una dimensione che è entrata sempre di più nella mia vita e che spero di poter continuare a coltivare a Vicenza. Siamo in un tempo in cui per missione non si intende più solo le “terre di missione”, ma è una dimensione che ci costituisce qui, nel nostro vivere quotidiano». Scelte di sobrietà: rinuncia ad avere un proprio stemma Giovanni XXXIII al Concilio Vat. II disse: «La Chiesa si presenta… come Chiesa di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri». Nacque allora un gruppo di vescovi (tra loro Mons. Mercier di Laghouat Algeria e Lercaro di Bologna) che ispirandosi in particolare a Charles de Foucauld si interessarono al tema della “Chiesa dei poveri” e chiesero al teologo Congar uno studio storico sui titoli e gli onori della Chiesa. Congar andò oltre titoli e onori e disse: «I fari che la mano di Dio ha acceso sulla soglia del secolo atomico si chiamano Teresa di Lisieux e Charles de Foucauld». Auguriamo al vescovo Luciano di lasciarsi accompagnare “al largo”… da santa Teresa, patrona delle missioni e da San Charles de Foucauld, il fratello universale.

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