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Folle

A seguito del blocco della circolazione e delle attività lavorative non essenziali per contrastare la diffusione del coronavirus, in Bangladesh c’è stato intorno al 20 marzo un esodo di milioni di lavoratrici e lavoratori dalle aree industriali ai rispettivi villaggi. Ma il 4 aprile, mentre la polizia bloccava a chiunque l’ingresso in Dhaka, e perseguiva chi circolava senza motivi nelle città e in molti villaggi, altrove si sono viste scene tipo “andiamo al villaggio, arriva la festa”, con migliaia di persone stipate su traghetti stracarichi, camion presi d’assalto da passeggeri, centinaia di migliaia di rientri nelle zone di lavoro. Altro che “social distance”, distanza di sicurezza! Si era sparsa la voce che le imprese avrebbero pagato gli stipendi di marzo; alcune imprese avevano deciso di riaprire assicurando che avrebbero fatto osservare le distanze di sicurezza, alcuni lavoratori avevano ricevuto telefonate minacciose: il 5 si riapre, e se non ci siete, perdete il posto. Ma il 5… cancelli chiusi. Quasi tutti. Gli imprenditori – come chiunque altro in questo tempo – non sanno che pesci prendere, e quando alcuni hanno scelto di riaprire, le loro organizzazioni sono entrate in campo raccomandando di aspettare ancora. Qualcuno l’ha fatto, altri no, e non si sa che posizione abbia preso o prenderà il governo.

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