Fratelli “separati”?
Forse avete anche voi il libretto preparato dalle Chiese cristiane tedesche che porta in copertina il tema della settimana: “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”. Oltre ai testi proposti per la preghiera e per la riflessione, il libretto contiene note storiche interessanti.
Quest’anno la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ha un significato speciale, in quanto ricorre nel V centenario della Riforma protestante – convenzionalmente datata al 31 ottobre 1517 -, evento storico che ha causato la rottura dell’unità della cristianità occidentale e ha pregiudicato per molti secoli i rapporti tra le chiese. Questa speciale circostanza ha determinato il tema di riferimento, il quale è stato elaborato in modo da poter commemorare ecumenicamente l’evento, facendo emergere e celebrando la centralità di Cristo. Perciò, da una parte si è cercato di accentuare il ruolo salvifico dell’amore e della grazia di Dio, dall’altra si è evidenziato il dolore per la divisione e l’impegno a compiere passi concreti per la riconciliazione.
Il testo biblico proposto è il passo paolino di 2Cor 5, 14-20, in cui si celebra l’irrevocabile riconciliazione che abbiamo ricevuto mediante la fede in Gesù Cristo. L’amore di Cristo è la forza trainante che ci muove oltre le nostre divisioni verso atti di riconciliazione. Il passo si contestualizza nell’apologia che Paolo fa dell’apostolato e della carità come anima di esso.
Quello che Paolo dice ai cristiani di Corinto vale anche per noi, oggi, in un contesto dove il senso e i fondamenti della fede cristiana non sono più dati acquisiti e scontati, ma costituiscono obiettivi da conquistare. Il cambiamento della scena religiosa nel nostro Paese, ci pone dinanzi al complesso problema del pluralismo delle fedi e della loro convivenza. Urge il dialogo tra le religioni contro il terrorismo e l’impegno per un’eco-teologia in cui i temi “ambientali” s’intrecciano con la condivisione dei beni e l’equità per l’accesso alle risorse naturali.
Merita di essere ricordato il beato Paolo Manna, missionario del Pime, che fu la più grande anima ecumenica del secolo XX. Scriveva nel 1927: «L’unione dei cristiani è il più grave bisogno del mondo d’oggi, di una importanza superiore alla propagazione della fede, perché questa non si avrà piena e totale senza l’unione dei cristiani». Nel 1941 pubblica il libro “I Fratelli separati e noi”.
In esso per la prima volta troviamo il termine “Fratelli separati”. La soluzione al problema della disunità padre Manna la indica con queste parole: «L’unione si farà quando, dimenticando noi stessi, noi e i fratelli separati non avremo altro desiderio che di far trionfare Gesù Cristo in noi e sul mondo».
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