I frutti sorprendenti della missione
Nell’articolo “Pime e Myanmar, storia di un’amicizia”, pubblicato sul numero di novembre 2017 di “Mondo e Missione” e scritto da Giorgio Bernardelli e Anna Pozzi, ho visto che Papa Francesco andrà nell’ex Birmania e vi resterà dal 27 al 30 novembre.
L’articolo racconta momenti interessanti della storia dell’amicizia tra Birmania e Pime durata 150 anni. È meravigliosa la testimonianza del giovane padre John The Thu, missionario del nostro istituto. Racconta: «Ero un bambino, incuriosito da quel missionario italiano che faceva da parroco. Non sapevo che era del Pime e non sapevo niente del Pime. Si trattava di padre Igino Mattarucco, uno degli ultimi missionari rimasti in Myanmar. Poi conobbi il vescovo Giovanni Gobbato. Noi bambini eravamo incuriositi. Entrato in seminario sentii parlare di Paolo Manna, Felice Tantardini, Clemente Vismara. Quando alcuni missionari vennero a Taunggyi a tenere dei corsi, ho riscoperto la storia della mia diocesi così legata a questo Istituto. Scoprii che la fede che avevo ricevuta come dono prezioso, era frutto anche delle fatiche e dei sacrifici di tanti missionari. Dunque, non potevo tenerla solo dentro di me, dovevo condividerla con altri».
Ora padre John The Thu è missionario in Guinea Bissau. Leggere la sua bellissima testimonianza mi commuove e mi fa risentire la gioia di aver accompagnato altri ragazzi del Camerun verso la missione. Presto ripartirò ancora per questo Paese per dare un corso ai nostri seminaristi sulla storia della missione.
Ma nell’articolo ho trovato anche una sorpresa. Padre The Thu ha pronunciato i nomi dei trevigiani Gobbato e Mattarucco, miei carissimi amici e conterranei. Missionari ormai in Paradiso, di cui oggi non si parla più. Non è vero, si parlerà ancora di loro e di noi. Si ricorderanno e ci ricorderanno i nostri ragazzi indiani, birmani, africani, brasiliani, bengalesi… diventati missionari del Pime come noi. E forse il nostro nome apparirà ancora nella rivista “Mondo e Missione”.
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