I 60 anni di Messa di padre Carlo Scapin
Questa sera, veglia della festa di San Giuseppe, nella parrocchia di Mvog Ebanda di Yaounde, padre Carlo Scapin del Pime, ordinato sacerdote nel 1961, festeggia i 60 anni di Messa. Era giunto in Camerun nel 1974 e fu direttore del collegio Saint Charles Lwanga ad Ambam. Alla fine degli anni Novanta, ha vissuto a Yaoundé nella parrocchia di Etoudi, dalla quale poi sorsero otto nuove parrocchie. Padre Carlo con altri missionari ha assistito alla nascita e alla formazione di tre di esse: Ngousso, Mvog Ebanda, Ntem-asi. Due chiese, quelle di Ngousso e Mvog Ebanda sono il frutto del suo lavoro nella progettazione, assistenza dei lavori e crescita spirituale delle parrocchie.
Alla celebrazione, assieme ai parrocchiani, qualche prete e alcune suore della zona, noi missionari del Pime abbiamo condiviso con gioia il suo “Grazie” al Signore per la sua vita missionaria.
Nella sua omelia, padre Carlo ha ricordato che quand’era in Italia a Treviso, dopo aver brillantemente concluso gli studi universitari, il defunto vescovo Celestin N’kou, di Sangmelima, l’aveva chiesto ai superiori per affidargli il collegio di Ambam. Poi, dopo alcuni anni di servizio ad Ambam, quando arrivò a Yaoundé, visse la sua passione nella progettazione e nella realizzazione delle due chiese con l’aiuto ricevuto dal parroco della sua parrocchia di Onara (PD). Durante una ventina d’anni, il suo accompagnamento delle persone affidategli dal Signore, è stato continuo e paterno.
Nell’omelia ha ricordato anche quando ha sostituito me, padre Silvano, nella direzione del seminario del Pime di Treviso, e quando mi è succeduto ad Ambam, mentre partivo per il Nord Camerun.
Belli questi ricordi che affermano la comunione missionaria vissuta. Sì, grazie allo spirito missionario di Celestin N’kou, il Pime è venuto in Camerun. E grazie allo Spirito Santo che ci ha tenuti insieme e incoraggiati. Insieme abbiamo amato tanto il nostro Istituto missionario, abbiamo amato la missione in Africa e la gente incontrata.
Rivolgendomi a lui, gli ho ricordato che ora abbiamo a Yaoundé un seminario che prepara nuovi missionari, alcuni sono figli delle parrocchie dove siamo presenti. Quindi gioia profonda di avere chi continuerà non solo noi, ma la missione.
Ai fedeli di Mvog Ebanda ho ricordato che quando un ragazzo aveva rubato le offerte nella chiesa, alcuni stavano picchiandolo duramente. Padre Carlo, informato subito, ordinò che il ragazzo fosse messo nelle mani di sua madre. Nell’omelia della domenica, èadre Carlo chiese: «Possiamo uccidere una persona se ruba una gallina?». Conclusi il mio piccolo intervento dicendo: «Padre Carlo vi ha tanto amato!».
Appena padre Carlo riprese la parola, sempre col suo stile, aggiunse: “Io sto attento ai verbi, non vi ho amato, ma… vi amo!”
Nel Bollettino parrocchiale, una catechista testimonia di lui: “Un uomo molto umile, disponibile e vuole vedere la gente lavorare. Ama il lavoro fatto bene”.
Alcuni fedeli della parrocchia: «Padre Carlo è una persona amabile, comprensiva. È uomo di pace, uomo diretto. Alcuni vi vedono un difetto, ma per noi è una qualità, un esempio anche da copiare. È veramente un prete che noi stimiamo molto con affetto”.
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