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I martiri del Pime

Il 24 marzo 2023 ricorre la trentunesima Giornata dei missionari martiri. Dal 1850 a oggi sono 19 i missionari del Pime che hanno conosciuto il martirio. Nel 1855 in Oceania il beato Giovanni Battista Mazzucconi, Nel 1900 in Cina durante la rivolta dei Boxer viene ucciso Sant’Alberico Crescitelli. A cavallo tra il 1941 e il 1942, in un contesto storico delicatissimo, sempre in Cina avviene il martirio di padre  Cesare Mencattini, mons. Antonio Barosi, padre Girolamo Lazzaroni, padre Mario Zanardi, padre Bruno Zanella, padre Carlo Osnaghi e padre Emilio Teruzzi. Tra il 1950 e il 1955 hanno pagato con la vita la loro testimonianza di fede altri cinque missionari del Pime nella turbolenta Birmania (oggi Myanmar): oltre ai beati Mario Vergara e Alfredo Cremonesi, i padri Pietro Galastri, Pietro Manghisi ed Eliodoro Farronato. Nel 1972 in Bangladesh è stato ucciso padre Angelo Maggioni; nel 1974 a Hong Kong padre Valeriano Fraccaro. Negli ultimi decenni sono stati uccisi nelle Filippine i padri Tullio Favali (1985), Salvatore Carzedda (1992) e Fausto Tentorio (2011), a conferma che il martirio appartiene alla vicenda missionaria di sempre. Queste tre ultime uccisioni rispecchiano lo stile di presenza del Pime nel Paese e le modalità di testimonianza missionaria adottata, ieri come oggi: la denuncia dei soprusi dei potenti, la volontà di stabilire un dialogo costante fra cristiani e musulmani e, infine, la lotta in favore dei tribali e dei loro diritti. Alla morte dei cinque missionari uccisi in Cina nel 1941/42, monsignor Balconi, superiore generale del Pime, scriveva ai membri dell’Istituto: «L’assassinio dei cinque confratelli non solo non ha disanimato nessuno, ma ha rinfrancato chi combatte sul campo, ha entusiasmato chi sospira di raggiungerli, ed ha sollevato un’ondata di fervida simpatia per l’Istituto e le sue missioni, per voi, confratelli carissimi, riguardati come i veri discepoli di Cristo, pronti a dargli anche la massima testimonianza d’amore: il sacrificio della vita. E già questo non sarebbe poco: rinnovarci tutti nel vero spirito missionario».

 

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