Il bene comune
Nel suo discorso pasquale il Papa ha parlato anche agli abitanti dei paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. «Tutti i cittadini, ed in particolare i giovani, ha detto, si adoperino per promuovere il bene comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica risulti ispirata dal rispetto per la persona umana».
Spesso il Papa tocca il tema del bene comune ed è una realtà veramente rivoluzionaria. Il papa presenta anche il cammino nuovo.
«Cristo risorto cammina davanti a noi verso i nuovi cieli e la terra nuova (cfr. Ap 21,1), in cui finalmente vivremo tutti come un’unica famiglia, figli dello stesso Padre. Lui è con noi fino alla fine dei tempi. Camminiamo dietro a Lui, in questo mondo ferito, cantando l’alleluia. Nel nostro cuore c’è gioia e dolore, sul nostro viso sorrisi e lacrime. Così è la nostra realtà terrena. Ma Cristo è risorto, è vivo e cammina con noi. Per questo cantiamo e camminiamo, fedeli al nostro impegno in questo mondo, con lo sguardo rivolto al Cielo».
Ma una domanda: Sappiamo tutti che cos’è il bene comune?
Un volontario dello sviluppo educa alcuni ragazzi africani allo sport. Un giorno si presenta con una scatola di cioccolatini e dice: «Vedete quell’albero lì, lontano. Conterò fino a tre e poi correte. Il primo che toccherà l’albero riceverà questi cioccolatini. Uno, due, tre…via!».
Con sorpresa, i tre si danno la mano e corrono tutti insieme. E si dividono i cioccolatini.
Questa è la vera corsa che il mondo dovrebbe correre. Il proprio interesse, non l’unico, la competitività, la libera iniziativa e la concorrenza sono stimolanti ed efficaci. Ma non la guerra.
Anche i cinesi hanno l’idea del senso comune della vita, della gioia e del dolore. Lo dicono raccontando come si è all’inferno e come si è in paradiso. In inferno si soffre la fame davanti a un cibo gustosissimo che si mangia già cogli occhi, ma che ciascuno non può raggiungere perché i bastoncini per avvicinarlo alla bocca sono troppo lunghi. Ognuno pensa per sé.
In paradiso invece sono tutti felici perché ognuno coi bastoncini lunghi può raggiungere la bocca dell’altro, anche se lontano. Tutti per uno, e ciascuno per tutti.
Oggi siamo ancora tutti all’inferno. Il paradiso è ancora lontano?
A Napoli quando si beve il caffè al bar, si lasciano i soldi anche per qualcuno che non avendo denaro, si presenta e chiede: «C’è un caffè già pagato?». E il cameriere risponde : «Si, c’è!». È un uso sacro, parola di Massimo Ranieri.
Gesù ha già pagato un bene comune, per tutti!