Parolin in Camerun: «Pace per questa terra»
Terminerà il 3 febbraio il viaggio del cardinale Parolin in Camerun.
Ecco parte del testo italiano dell’omelia pronunciata il 31 gennaio in inglese dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, in occasione della messa per l’imposizione del pallio a monsignor Andrew Nkea Fuanya, arcivescovo di Bamenda.
«Gesù vuole il bene dell’uomo e per questo lo libera dal Male. (…) Il Male c’è e Cristo è in grado di sconfiggerlo. Sta a noi esercitarci, ogni giorno, in tale combattimento. Ci vengono in aiuto le pressanti esortazioni dell’apostolo Paolo che — nella lettera agli Efesini – così si esprime: «Rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6, 10-12). (…)
Cari fratelli e sorelle, nella difficile situazione in cui vi trovate a vivere, potete sperimentare da vicino la potenza del Male che agisce nel mondo: sono, purtroppo, frequenti le notizie delle violenze, delle divisioni, delle lotte fratricide che affliggono questa cara terra. Il Vangelo di oggi ci insegna, anche, che la via per sconfiggere il Male passa, innanzitutto, dalla nostra interiorità, dalla purificazione del cuore di ciascuno. Chi lotta contro il male che alberga nel suo cuore, diventa portatore di bene e di pace nella sua famiglia, tra i suoi amici, nella sua comunità: e diviene, in questo modo, un seme di speranza per tutti».
Speriamo che molte cose cambino in Camerun
Nelle interviste di questi giorni la frase comune è: «Nous sommes fiers qu’il soit là, pour toute l’Église catholique romaine au Cameroun, en Afrique et dans le monde. Nous espérons que beaucoup de choses vont changer», ha dichiarato una fedele. (Siamo fieri che sia qui… Speriamo che molte cose cambino).
Il porporato nell’incontro all’Università cattolica ha sottolineato che non è casuale il fatto che «colui che governa la Chiesa universale sia chiamato Pontefice», ossia costruttore di ponti «tra Dio e l’uomo e di conseguenza ponti tra gli uomini». Fine ultimo di questi ponti è «la concordia tra i popoli e le nazioni” che la Santa Sede promuove in ogni occasione ribadendo il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. (…) La Santa Sede propone una svolta culturale e un cambio di pensiero «che sappiano creare un’autentica società dell’amore fondata in Dio, perché quando l’uomo smarrisce Dio, smarrisce anche sé stesso». Una missione portata avanti «attraverso tanti uomini e donne di buona volontà, giovani, laici, sacerdoti e persone consacrate» che difendono e promuovono «i diritti fondamentali dell’uomo, … e comprendere meglio il valore della dignità umana e il dovere sociale di difendere e proteggere ogni vita. La Santa Sede opera infatti per diffondere un umanesimo che sappia guardare alla vita come al dono più alto che Dio ha fatto all’uomo… e costruire un mondo che sappia assumersi la responsabilità concreta di proteggere la dignità di ogni persona».
Una fedele : «Il Cardinale ha detto bene quello che potrà far cambiare e vivere il Camerun!».