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Icona decorativaIcona decorativa4 Settembre 2023 Silvano Zoccarato

Il Papa in Mongolia: «Costruiamo insieme un futuro di pace»

 Nel secondo giorno di Papa Francesco in Mongolia, arriva dal Pontefice l’esortazione alla collaborazione per un futuro di pace. «Vengo qui come un pellegrino di amicizia che giunge in punta di piedi», ha detto alle autorità e al corpo diplomatico, portando con sé in dono il facsimile della lettera che il Gran Khan inviò a Papa Innocenzo IV quasi 800 anni fa.  Le parole di Papa Francesco e la “pax mongolica” «Sono onorato di essere qui, felice di aver viaggiato verso questa terra affascinante e vasta, verso questo popolo che ben conosce il significato e il valore del cammino. Lo rivelano le sue dimore tradizionali, le ger, bellissime case itineranti. Immagino di entrare per la prima volta, con rispetto ed emozione, in una di queste tende circolari che punteggiano la maestosa terra mongola, per incontrarvi e conoscervi meglio». Queste le prime parole pronunciate all’interno della Sala Ikh Mongol del Palazzo di Stato.   «Diamoci da fare insieme per costruire un avvenire di pace» «Se le moderne relazioni diplomatiche tra la Mongolia e la Santa Sede sono recenti – quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della firma di una lettera per rafforzare i rapporti bilaterali – ben più indietro nel tempo, esattamente 777 anni fa, proprio tra la fine di agosto e l’inizio di settembre del 1246, Fra Giovanni di Pian del Carpine, inviato papale, visitò Guyug, il terzo imperatore mongolo, e presentò al Gran Khan la lettera ufficiale di Papa Innocenzo IV», ha ricordato Francesco. «Poco dopo fu redatta e tradotta in varie lingue la lettera di risposta, timbrata con il sigillo del Gran Khan in caratteri mongoli tradizionali – ha sottolineato il Pontefice -. Essa è conservata nella Biblioteca Vaticana e oggi ho l’onore di porgervene una copia autenticata, eseguita con le tecniche più avanzate per garantirne la migliore qualità possibile. Possa essere segno di un’amicizia antica, che cresce e si rinnova». Quindi l’esortazione alla pace: «Voglia il Cielo che sulla Terra, devastata da troppi conflitti, si ricreino anche oggi, nel rispetto delle leggi internazionali, le condizioni di quella che un tempo fu la ‘pax mongolica’, cioè l’assenza di conflitti». «Passino le nuvole oscure della guerra – ha continuato il Pontefice – vengano spazzate via dalla volontà ferma di una fraternità universale, in cui le tensioni siano risolte sulla base dell’incontro e del dialogo, e a tutti vengano garantiti i diritti fondamentali! – è stato il suo appello – Qui, nel vostro Paese ricco di storia e di cielo, imploriamo questo dono dall’Alto e diamoci da fare insieme per costruire un avvenire di pace».  

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