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Il senso del martirio oggi

«“Un soldato gli trafisse il costato con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua” (Gv 19,34). Il cuore viene aperto e diventa fonte di un nuovo fiume di vita che scorre attraverso i secoli e fa la Chiesa. Ogni cristiano e ogni sacerdote dovrebbero, a partire da Cristo, diventare sorgente che comunica vita agli altri. Noi dovremmo donare acqua della vita ad un mondo assetato». (Benedetto XVI, a conclusione dell’anno sacerdotale) «Dio ha tanto amato gli uomini da donare loro il suo Unico: E il Verbo si è fatto fratello Fratello di Abele e di Caino Fratello d’Isacco e di Ismaele Fratello di Giuseppe e degli undici che lo vendettero, “Fratello della pianura” e “Fratello della montagna”. Fratello di Pietro e di Giuda e dell’uno e dell’altro in me. L’ora è venuta per Dio di imparare ciò che costa entrare in fraternità». (Christian de Chergé, ucciso a Tibherine)

Il cristiano segue le orme di Gesù. Il martirio dei monaci è fedeltà a un popolo come quello di Gesù per l’umanità. Nell’ultima cena, Gesù fece dono della vita, dono che visse poi sulla croce. Anche nei monaci ci fu offerta della vita e il sacrificio. Christian diceva: «Non sarà l’emiro Sayat a prendermi la vita, perché l’ho già donata». Anche Pierre Claverie, vescovo di Orano, ucciso pure lui, aveva scritto: «Chiamati a vivere in Algeria, dobbiamo considerarci come donati al popolo algerino». Christian spinge il suo amore per il suo popolo fino a non volere che qualcuno sia responsabile della sua morte. Diceva: «Non voglio chiedere una tale morte. Voglio crederlo, professarlo. Non voglio e non sarei contento se questo popolo che amo potesse esser accusato del mio martirio». Restare a Tibherine fu solo per fedeltà a quello in cui i monaci credevano, non una provocazione. Nel martirio ciò che è più importante non è la morte violenta, ma il dono della vita. Non è necessario un assassino, ma che ci sia un testimone di amore. E questa è la vocazione di ogni uomo, non solo del cristiano. Il martirio dell’amore include il perdono che è dono perfetto. Il martirio dell’amore rende vivo e tuttora presente il mistero pasquale.

Il documento Gaudium et Spes (22,5) dice: «Dobbiamo ritenere che lo  Spirito Santo offre a tutti, come Dio sa, la possibilità d’essere associato al mistero pasquale». Il cuore del cristiano è oggi il fiume di vita e di amore del cuore di Gesù. Si dona a Gesù per donarsi a tutti.

«Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi. Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d’amore? Signore, oggi ti do la mia voce. Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore». (Preghiera di Madre Teresa)

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