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In Bahrein, Papa, e re e imam uniti

Fratellanza. Il Papa in questi giorni ha fatto ampio riferimento al “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato nel 2019 ad Abu Dhabi insieme all’imam di Al Azhar. Quindi ha posto l’accento sulla libertà religiosa. «Impegniamoci – ha scandito – perché i luoghi di culto siano protetti e rispettati, sempre e ovunque, e la preghiera sia favorita e mai ostacolata. Su questo è necessario che ogni credo si interroghi. Se cioè “costringe dall’esterno o libera dentro le creature di Dio, se aiuta l’uomo a respingere le rigidità, la chiusura e la violenza” o se “accresce nei credenti la vera libertà».

È necessario accrescere anche l’educazione, perché «l’ignoranza è nemica della pace» e fa aumentare gli estremismi e radicare i fondamentalismi. Un’educazione aperta che insegni a dialogare con gli altri e alimenti la comprensione reciproca. Tre sono a suo avviso le “urgenze educative” odierne. Il riconoscimento della donna in ambito pubblico («Via per emanciparsi dai retaggi storici e contrari allo spirito di solidarietà fraterna»); la tutela dei diritti fondamentali dei bambini («essi crescano istruiti, assistiti, accompagnati, non destinati a vivere nei morsi della fame e nei rimorsi della violenza»); e l’educazione alla cittadinanza.

Bisogna «stabilire nelle nostre società – ha detto Papa Francesco – il concetto della piena cittadinanza e rinunciare all’uso discriminatorio del termine minoranze, che porta con sé i semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità; esso prepara il terreno alle ostilità e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili di alcuni cittadini, discriminandoli». Parole che nel mondo arabo-islamico, ma anche in altri contesti (si pensi all’induismo indiano) devono indurre a una profonda riflessione.

Fraternità, dialogo e pace. «Stringiamo tra di noi legami più forti, senza doppiezze e senza paura, in nome del creatore che ci ha posto insieme nel mondo quali custodi dei fratelli e delle sorelle».

Riconciliazione. L’ Imam di Al Azhar Ahmed al Tayeb: «Sono pronto, insieme ai giuristi di massima autorità di Al-Azhar e al Consiglio degli anziani musulmani, a tenere un tale incontro con il cuore aperto e le mani tese. Sediamoci insieme allo stesso tavolo per superare le differenze e rafforzare la questione islamica e l’unità delle posizioni realistiche, che soddisfano gli scopi dell’Islam e della sua legge, e vietano ai musulmani di ascoltare gli appelli di divisione e discordia; e per guardarsi dal cadere nelle trappole che causano instabilità nelle nazioni, dall’uso della religione per raggiungere un fine etnico o settario, e dall’interferire negli affari interni per indebolire la sovranità degli stati o per usurparne le terre». ConcordiaIl Re del Bahrein: «L’umanità ha un grande bisogno, come mai in precedenza, di ravvivare le vie della vicinanza e della comprensione fra i seguaci delle religioni e delle convinzioni come approccio principale per ottenere la concordia piuttosto che la contrapposizione, l’unità invece della divisione. E mentre camminiamo insieme, mano nella mano, per raggiungere l’obiettivo di un futuro prospero, dobbiamo tutti essere unanimemente concordi in queste condizioni eccezionali nel fermare la guerra fra Russia e Ucraina e avviare dei seri negoziati per il bene dell’intera umanità»

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